Il tempo si è fermato a Eboli.

Il tempo si è fermato a Eboli.

7 Giugno 2019 Off di Dario

La Campania è stata un territorio molto allettante per le popolazioni del Neolitico, le quali sono riuscite a fondare delle comunità in luoghi consoni per le loro attività agricole fino a fondare vere e proprie città commercialmente molto importanti nei secoli a venire.

Nello scorso episodio abbiamo trattato di Pontecagnano e della sua storia, ora è il turno di Eboli: un paese storicamente durato più a lungo, circondato da numerosi campi agricoli a valle e da verdeggianti colline alle spalle. Per l’esattezza, il territorio ebolitano fu frequentato addirittura dalla preistoria per poi essere abitata dalle civiltà dell’età del bronzo, successivamente dai Villanoviani e poi dai Romani diventando persino un Municipium romano grazie alla fiorente economia dedita al commercio e alla produzione di ceramica.

Una via del centro storico di Eboli.

Testimonianze di tali civiltà sono visibili al Museo Archeologico Nazionale oppure gironzolando per il paese: vicino al Santuario dei SS. Cosma e Damiano è possibile vedere i resti di un antico quartiere artigianale con tre fornaci Romane ben conservate, oppure allontanandosi dal centro verso Località Paterno sono ancora visibili le fondamenta di un’antica villa Romana.

Nonostante la caduta dell’Impero Romano e il saccheggio da parte dei Saraceni, Eboli non sparì nel nulla ma sopravvisse con i suoi insediamenti a Montedoro e successivamente venne abitata dai Longobardi e i Normanni che contribuirono a edificare nuove costruzioni come il Castello Colonna (essendo occupato dall’ICATT, consiglio di telefonare per i dettagli delle visite) e la magnifica Badia di San Pietro alli Marmi, tutt’ora convento dei frati cappuccini (aperta al pubblico la domenica).

La Badia di San Pietro alli Marmi.

Per chi volesse approfondire la storia più contemporanea del territorio, c’è anche il MOA, il Museum of Operation Avalanche, dedicato allo sbarco alleato sulle coste del golfo di Salerno avvenuto il 9 settembre 1943.

La mia intenzione è di visitare l’abbazia e il castello per ammirare un periodo storico diverso dal Neolitico ed Etrusco appresi a Pontecagnano la settimana scorsa (potete leggere di più al riguardo qui), ma a malincuore devo rinunciare a causa delle disposizioni di visita un po’ troppo limitate. Dunque, decido di recuperare il tempo libero passeggiando per il centro storico: un piccolo labirinto di viuzze circondate da abitazioni ristrutturate e non, testimoni del terribile terremoto del 1980.

Il Castello Colonna a sinistra e la Badia di San Pietro alli Marmi a destra, visibili dal Percorso dei Mulini.

Ma Eboli non è solo storia; l’altro punto forte, che strizza l’occhio alle lunghe passeggiate, sono i percorsi naturalistici presenti sulle colline ai piedi dei Monti Picentini. Elencandoli in ordine di vicinanza al centro abitato, sono: il Percorso dei Mulini, sentiero completamente immerso nel verde che segue un lungo torrente partendo da Ermice; il Percorso dell’Acropoli, una piacevole camminata nell’area ove furono ritrovati i resti dei primi insediamenti che parte in corrispondenza del “serbatoio” d’acqua dell’Ermice e arriva fino ai confini del Perco Regionale dei Monti Picentini; il Percorso di San Donato, all’interno del parco comunale omonimo che si estende per 25 ettari partendo dalla cima della collina San Donato.

La mia preferenza va al Percorso dei Mulini, poiché è il più vicino. Sotto ci sono le prove di un inaspettato spettacolo verdeggiante che consiglio di vivere con le calzature adeguate.

Scorcio di natura lungo il Percorso dei Mulini.
Resti di quel che doveva essere (forse) un mulino.
Una piccola ma suggestiva cascata lungo il torrente.
Flora rigogliosa e selvaggia.

Dopo aver speso una bella quantità di calorie lungo il percorso, è mia abitudine recuperare con un buon pranzo. E il centro di Eboli offre una nutrita scelta di locali ove consumare un pasto di qualità. Tra questi consiglio Pangourmé per chi preferisce cibo da strada (in questo caso panini) curato con ottime materie prime e servito in un contesto “steampunk”, oppure la Cantina Segreta per chi ama la buona cucina locale in antichi ma raffinati ambienti in pietra.

Nel mio caso, per riprendermi dalla “fatica” nel massimo relax, ho scelto Il Papavero: un ristorante stellato, sito in Corso Garibaldi, ricavato da un vecchio appartamento e arredato con eleganza e creatività. Il menù, la carta dei vini e la particolarità delle portate è di alto livello, con l’aggiunta di un rapporto qualità/prezzo davvero molto conveniente.
Ecco alcune delle “opere d’arte” gustate e accompagnate da un calice di Fiano Luigi Maffini Kratos 2018.

Zucchinella alla scapece: uno degli stuzzichini presente nell’entrèe.
Lasagnetta grigliata con spuma di provola affumicata e pomodori confit.
Millefoglie di cernia, con scarola, olio alle olive nere di Gaeta e granella di mandorle.
Piccola pasticceria, gran finale.

Tali ristoranti raggiungono elevate vette di qualità partendo dalla selezione accurata delle materie prime presenti sul territorio. E ad Eboli, di imprese agricole, ce ne sono in abbondanza grazie alle sue fertili pianure.

La ditta che ha attirato la mia attenzione per una visita è Bio BaCo: una piccola azienda di famiglia che dispone di un terreno nemmeno molto grande in località Contrada ma che coltiva una gran varietà di frutta e verdura in quantità limitata. Perché limitata? Perché è tutto bio: la crescita dei frutti avviene naturalmente secondo le stagioni, utilizzando (quando necessario) esclusivamente concimazione biologica. Da menzionare anche la loro produzione di marmellata di arance e limoni, dal sapore intenso e genuino così come le uova prodotte da galline rese ben pasciute con grano, mais e avena.

Marmellata di limoni e arance. Dietro, cavolfiori sott’olio in vendita a breve.
Le ciliege.
Una sontuosa lattuga romana.

Per pura coincidenza, scopro che il gelato alla zucca di Citrus, la nota gelateria di Battipaglia, è stato realizzato usando il frutto della bellissima azienda di famiglia appena descritta. Data l’ora tarda, non è una cattiva idea partire per la via del ritorno e fermarsi in via Baratta ad assaggiare i variegati sapori di Citrus. Ecco cosa ho potuto godere in un ambiente frizzante e luminoso:

Una coppetta per iniziare: mascarpone con fichi e Citrus (agrumi della costiera e pistacchio).
Il maritozzo con pistacchio da favola e foresta nera (cioccolato, amarena e pan di spagna al cioccolato).

Data la notevole mole di attività svolgibili nel circondario, può essere utile fermarsi per una notte o due presso Eboli o, data la sua vicinanza, Battipaglia.
Per cominciare, è molto consigliato l’Hotel Cristal al centro di Eboli per il suo comfort in un ambiente non pretenzioso, altrimenti si può optare per dei romantici appartamenti nel centro storico come Specchio Apartment o Le Case del Borgoantico. Per chi invece conclude la giornata con il “Dio Gelato” a Battipaglia, può optare per il centralissimo albergo Hotel Palace oppure per i B&B A Casa Vostra, anch’esso centrale con spazi moderni e luminosi, e Spineta Pool, un po’ più fuori mano ma dotato di giardino e piscina per rilassarsi lontano dai rumori cittadini.

Secondo le mie preferenze, pernotterei ad Eboli. C’è un silenzio sacro lungo i vicoli del centro storico, immutabile e potente come lo è la natura selvaggia presente sulle colline ove gli insediamenti ancestrali risiedevano. Qualcuno potrebbe obiettare che tali impressioni sono riconducibili alla scarsa attenzione che luoghi come questo hanno nel panorama turistico. E forse è vero, ma cerchiamo di bilanciare i sentimenti e di vedere anche il buono: ovvero che le tradizioni e i paesaggi sono rimasti, lontane dall’eccessivo turismo di massa che cambia e smuove pedine in favore del denaro, beneficiando un turismo forse più semplice… e forse più legato alle tradizioni.

Eboli vista dalla collina di Montedoro.