Cartoline dall’Abruzzo: Roccaraso e Rivisondoli.

Cartoline dall’Abruzzo: Roccaraso e Rivisondoli.

27 Luglio 2019 Off di Dario Tomasiello

Dopo aver vissuto le bellezze della Divina Costiera, scoprendo magnifici borghi dal panorama mozzafiato, è giunto il momento di salire più su. E non intendo solo in termini di altitudine dal livello del mare ma anche dal punto di vista geografico dell’Italia. Cercando attentamente sulla cartina i luoghi in altura più vicini a Salerno, l’occhio cade in primis sul Gran Sasso, figura imponente degli Appennini Abruzzesi, e poi sui parchi naturali circostanti: Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Parco nazionale della Majella, Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco naturale regionale Silente-Velino e Area protetta marina Torre del Cerrano. Ma non è tutto poiché l’Abruzzo vanta di altre trentotto aree protette, un numero elevatissimo che pone la regione tra le più verdi in Europa oltre ad essere la favorita dai partenopei (e non) per le vacanze d’alta montagna anche durante l’inverno grazie alla presenza di numerosi impianti sciistici.

Insomma, se si vuole evitare la calura delle zone costiere, in Abruzzo c’è l’imbarazzo della scelta.
Io ho qualche pretesa in più: non voglio solo allontanarmi dal caldo passeggiando nelle foreste smaglianti ma aspiro anche a scoprire i borghi del territorio così da poter raccontare le tradizioni e la cultura di quei luoghi. Senza, ovviamente, tralasciare la gastronomia locale che si preannuncia ghiottissima.

La scelta della meta è stata ardua, le cittadine delle zone montane sono tutte incantevoli e possiedono una quiete poco comune nelle zone di mare, a volte affollate e chiassose nei mesi estivi. Alla fine sono giunto a una decisione: la mia destinazione, nonché “campo base”, sarà Roccaraso, un bellissimo comune situato sull’Altopiano delle Cinquemiglia a 1250 metri.

Le rotaie della linea storica Sulmona-Isernia. Sullo sfondo il Monte Calvario.

Servono meno di tre ore di viaggio da Salerno, ancora meno per chi parte da Napoli o Caserta. Per raggiungere il cuore dell’altopiano è preferibile seguire l’autostrada per Roma, uscire a Caianello e guidare lungo le strade statali (Variante Venafro, SS158 e SS17) fino a Roccaraso.

Lo scenario che si apre una volta giunti nel paese è da pace dei sensi: un tranquillo comune di montagna dotato di numerosi giardini, abitazioni caratteristiche e alberghi predisposti in particolar modo per la stagione invernale. Storicamente parlando, purtroppo, non è visibile nulla o quasi del passato: sebbene la nascita di Roccaraso risalga all’anno 1000, gran parte degli edifici vennero rasi al suolo dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale per rallentare l’avanzata degli alleati. Con solerzia, dopo la guerra, cominciarono le costruzioni per riattivare il prima possibile l’economia dedita al turismo lasciando le ben poche tracce storiche sopravvissute alla terribile distruzione.

La fontana storica di Roccaraso che mostra ancora alcune effigi sopravvissute alla distruzione. Un tempo, sopra di essa, si trovava la Torre dell’Orologio.

Il mese di Luglio è senza dubbio il migliore per godere della tranquillità e della natura circostante di Roccaraso, trattasi del periodo di bassa stagione con pochissimi turisti circolanti con qualche aumento di affluenza nei fine settimana e in concomitanza dell’annuale Festa degli Gnomi. Attenzione però al rovescio della medaglia: alcuni ristoranti e alberghi potrebbero essere chiusi ed è consigliabile telefonare ai parchi o ai musei che si prevede visitare per accertarsi dell’orario di apertura.

Panorama visibile dalla chiesa di S. Maria Assunta.

Il viaggio e la piccola ma piacevole passeggiata per il centro hanno fatto venire l’appetito, dunque non mi resta che iniziare a scoprire le tipicità gastronomiche dell’Abruzzo.

Come accennato sopra, qualche locale potrebbe essere chiuso durante i mesi meno turistici ma fortunatamente la presenza di trattorie tipiche e ristoranti gourmet è notevole. Decido di provare quello che considero il meglio di Roccaraso come connubio tra innovazione e tradizione: il ristorante Chichibio situato in pieno centro. Menù tipico sapientemente rivisitato, buona carta dei vini con tante cantine di Montepulciano e mise en place ai minimi termini per essere coccolati dal direttore di sala sempre attento ai dettagli. Nel coperto è compreso il pane bianco e integrale fatto “in casa” da accompagnare con l’olio Orominerva dal colore e sapore incredibili. E il vino? Consigliato dal sommelier, il Montepulciano d’Abruzzo Fontefico Coccadicasa 2016.

L’aperitivo: piccolo panino al burro con trito di melanzane e un filo di olio.
Tortellini ripieni di ricotta ebolitana in estratto di pomodoro e acciughe.
Filetto di manzo, riduzione al marsala e funghi di stagione (Champignon nel mio caso).
Gelato allo zafferano e estratto d’arancia.
Piccola pasticceria.

Tantissima qualità in questo pranzo che richiede una digestione rilassata respirando aria pura, magari passeggiando per un facile sentiero immerso nella natura.

Per il piacere degli escursionisti, a Roccaraso sono presenti molti sentieri di difficoltà differenti che possono durare dai trenta minuti alle cinque ore. Il tempo non viene stabilito solo da itinerari organizzati e ben descritti sugli opuscoli turistici, ma può essere anche deciso dai viaggiatori grazie alla rete sentieristica costituita da tanti percorsi che si incrociano nelle foreste o in cima ai valichi. Basta esser dotati di una buona cartina e di spirito d’avventura! Ma, a prescindere dalla durata e dallo sforzo richiesto, è bene sempre premunirsi di zainetto con il necessario per qualche sosta al fresco, bastoni e scarpe da trekking.
Alle spalle della Seggiovia dell’Ombrellone parte il sentiero 101 (insieme ad altri), percorso favorito degli escursionisti meno esperti che saprà regalare momenti di estasi e incanto grazie ai panorami verdeggianti e alle foreste fiabesche. Nel mio caso, decido di rendere il cammino leggermente più impegnativo incrociandomi con il sentiero 104 che porta al Campetto degli Alpini oltre i 1400 metri di altitudine.

Panorama visibile poco sopra la Seggiovia dell’Ombrellone.
Il verde dei pini lungo il sentiero 101.
Momenti di relax.
La vegetazione cambia lungo il sentiero 104: dominano i faggi.
Percorso fiabesco, sempre più vicino al Campetto degli Alpini.

Giunto a destinazione, decido di riposare all’ombra del gazebo del ristorante omonimo che nei periodi di bassa stagione (tranne nei fine settimana) è chiuso. Poco male, la natura e il fresco sono più che sufficienti per recuperare forze e per impostare la prossima meta: Rivisondoli.

A circa cinque minuti di auto da Roccaraso, si erge Rivisondoli ai piedi del monte Calvario: un borgo arrampicato alla roccia ricco di fascino nonostante buona parte degli edifici sono stati ricostruiti a causa di alcuni terremoti avvenuti nel ‘700 e subito dopo gli inizi del ‘900. Catastrofi naturali a parte, la vita del piccolo centro è trascorsa in maniera abbastanza tranquilla con gli abitanti dediti alla pratica della transumanza da quando furono rinvenute le prime testimonianze di esistenza del paese, cioè nel 724 d.C. Tutt’oggi sono ancora visibili le porte medievali d’ingresso al borgo che, nei secoli passati, erano gli unici punti d’accesso data la curiosa “cinta muraria” costituita da edifici disposti a schiera attorno al nucleo abitato.

Il borgo arroccato di Rivisondoli.

Ovviamente una delle particolarità più interessanti di borghi simili è proprio la rete degli edifici estremamente raccolta che rende le passeggiate negli intricati vicoli molto avventurose e intriganti, suggerendo al nostro istinto di curiosare in ogni singolo viottolo in cerca di particolari suggestioni.

Una via rimessa a nuovo del borgo.
Panorama dall’alto di Rivisondoli con il campanile di S. Nicola a Bari in primo piano.
Un angolo caratteristico.

Gironzolando senza una meta in particolare, adocchio una porta in legno con un’insegna in alto: ristorante Da Giocondo. Data l’ora (circa le 20), non è male dare uno sguardo all’interno per avere un’idea del locale che mi piace immediatamente: l’arredamento, il camino, gli utensili culinari e agricoli appesi al muro, tutto disposto in maniera certosina per creare un’atmosfera d’altri tempi e molto intima. Il menù propone piatti della tradizione cucinati in maniera “casalinga” con gran attenzione alla qualità delle materie prime e la carta dei vini presenta grandi eccellenze regionali le quali potrete trovare e acquistare presso l’enoteca di famiglia Enogiò a pochi passi dal ristorante. Le portate ordinate sono: spaghetti alla chitarra al tartufo, scamorza e salsiccia alla griglia (da applausi) e, come dessert, una fetta di bocconotto al cioccolato e mandorle. Chiedo venia se tra le foto manca il secondo per colpa della luce serale che ha terribilmente rovinato il colore naturale della scamorza, arrostita in maniera egregia.

Spaghetti chitarra al tartufo.
Fetta di bocconotto al cioccolato e mandorle.

Dimenticavo: il tutto accompagnato da un Trebbiano Villa Gemma 2017 e, come gran finale, dall’amaro “Giocondo” (reperibile all’enoteca sopracitata) prodotto dalla casa a base di genziana, arancia e noci.

Oltre al favoloso Da Giocondo, esistono altri ottimi locali in cui gustare pietanze tipiche cucinate in modo del tutto tradizionale oppure con un pizzico di originalità. Da suggerire Villa Sette Pini che segue la raffinatezza di Chichibio oppure l’agriturismo Immacolata Ranch immerso nella natura più incantevole, entrambi a Roccaraso. A Rivisondoli, per chi vuole assaporare la tradizione in un ambiente più gourmet, si può optare per il Bistrot Rizziero e l’Osteria del Tarassaco.

Accaldato e anche un po’ brillo, decido di tornare all’albergo per una buona dormita così da risvegliarmi il giorno dopo sufficientemente in forma per una nuova avventura tra foreste e monti. D’altronde, cosa si potrebbe fare di meglio in una delle regioni più verdi d’Europa?

L’hotel da me scelto è il Petit Fleur, piccolo albergo dotato di camere spaziose e magnificamente rifinite, ma degni di nota ci sono anche La Piazzetta, confortevole e arredato splendidamente come da tradizione montana, poi l’Hotel Garnì e il B&B Il Viottolo oltre a numerosi appartamenti disponibili specialmente nei periodi di bassa stagione. Lo stesso si può trovare a Rivisondoli: appartamenti e alberghi anche più raffinati, come il Relais Assunta Madre e Garnì La Rua nel Bosco, meno “pretenzioso” ma splendidamente arredato con dettagli in legno.