
Alla scoperta di Giffoni Valle Piana e dei suoi Casali.
Ai piedi dei possenti Monti Picentini si estende una fila di piccoli borghi circondati da uliveti dove il turismo non abbonda e la popolazione locale è molto legata alle antiche tradizioni. Scendendo a valle da Castiglione dei Genovesi si possono scorgere i casali di un grande paese, Giffoni Valle Piana, comune di origini antichissime fondato dai superstiti fuggiti dalla distruzione di Picentia nel 268 a.C. ed oggi noto per il Giffoni Film Festival e la famosa nocciola “tonda” marchiata IGP.

Nel passato il clima e la superficie territoriale erano perfetti per i nuovi abitanti che dedicarono anima e corpo nell’agricoltura e nella pastorizia. Le attività furono fiorenti e gli insedimenti si impegnarono a costituire la ricca città di Picenza che fu distrutta dai Romani durante le Guerre Puniche. Tuttavia nel Medioevo giunsero i Longobardi che edificarono svariati castelli e chiese dando inizio ad una nuova e importante urbanizzazione. Lo sviluppo sociale ed economico ebbe una svolta maggiore nell’anno 1000 grazie ai Normanni i quali fecero fiorire l’industria, l’artigianato e il commercio formando una solida base per il futuro feudo di Giffoni che sarà poi governato dalla rispettabile dinastia Sveva.





Con l’arrivo degli Angioini dopo il 1200 iniziò a diventare opprimente la pressione fiscale ma, qualche anno dopo, i rivali Aragonesi rafforzarono molto l’industria concentrandosi in particolar modo sulla lavorazione della lana. Nel ‘600 il periodo di pace e prosperità ebbe un serio tracollo: la peste si scatenò sulla popolazione decimandola e portando Giffoni sull’orlo di una terribile crisi. Il periodo borbonico risollevò economicamente in parte la cittadina dalla tragedia vissuta ma incrementò il brigantaggio che spesso veniva supportato dai contadini locali. Tuttavia la storia insegna che le dinastie, le rivolte e i fenomeni di grande tumulto sociale prima o poi si spengono.
Oggi Giffoni può mostrare orgogliosamente alcuni testimoni del passato più fiorente partendo dal centro cittadino fino alle frazioni circostanti. Molti edifici, tra chiese e conventi del 1000 e 1300, dal punto di vista estetico sfoggiano l’essenzialità medievale mentre altri invece sono stati restaurati e impreziositi nel tempo da dettagli barocchi.




Percorrendo la strada verso il Santuario di Santa Maria di Carbonara il paesaggio cambia: le ampie vallate alle spalle sempre più piccole, le montagne di fronte sempre più grandi. Guardandosi attorno si notano vette aguzze, vegetazione folta e il cielo diventa quasi tutt’uno con l’orizzonte man mano che si raggiunge il Valico della Colla in cima alla provinciale 25.
A quasi 1000 metri di altitudine il panorama circostante è spettacolare e la presenza del sentiero CAI 169 stuzzica l’idea di avventura per foreste e alture. Il percorso, la cui partenza è visibile da un tornante lungo la strada, consente di raggiungere il Monte Pizzautolo e la Punta di Tormine transitando tra miniere abbandonate di ittiolo e incantevoli vallate bagnate dall’acqua montana. Da non sottovalutare le altitudini “modeste” (poco oltre i 1100 metri): il sentiero è a tutti gli effetti montano, dunque è bene attrezzarsi con scarponi e bastoni da trekking.


Dopo un’intera mattinata a scoprire tante bellezze la pancia potrebbe iniziare a chiedere qualche goloso contributo a base di specialità locali. Nei periodi di bassa stagione molte attività ricettive chiudono durante la settimana ma, informandosi per tempo, le alternative si trovano sia a Giffoni Valle Piana che nei casali circostanti.
In particolar modo sono presenti numerosi agriturismi e trattorie in cui la cucina tradizionale prende forma con salumi, formaggi, pasta, legumi e carni a km 0. Tra le strutture è assolutamente da menzionare Taverna di Baffone, gestita da un oste amichevole sempre pronto a consigliare i piatti del giorno, Braceria Voglia di Carne 2.0, che chiaramente dal nome conduce nel mondo dei tagli più pregiati e non solo, e Villa Rizzo Resort, elegante albergo immerso nella natura dotato di raffinato ristorante in cui gustare ricette locali con qualche rivisitazione.
Un carattere esclusivo esprime un altro ristorante, Il Nocciolo Selvatico, ubicato nel piccolo casale di Sieti distante una decina di minuti da Giffoni Valle Piana. La sala interna, comprendente poco più di 30 coperti, ha uno stile tipicamente rustico ma al tempo stesso curato nei dettagli con qualche tocco di modernità, filosofia riscontrabile anche nel menù che propone piatti della tradizione con un pizzico di innovazione. Il grande pregio della cucina sono le materie prime: salutari e di altissima qualità, basti pensare che le erbe selvatiche vengono raccolte sulle alture circostanti dalla chef Mariagrazia Casolo. Buona la cantina dei vini con possibilità di scelta al calice, ben gradita la presenza della birra artigianale che funge da compagna ideale per le cene a base di pizza sul ruoto.





Menzionando Sieti sorge spontaneo capirne di più sui cosiddetti Casali, ovvero i sei villaggi che nel Medioevo composero una sorta di unico agglomerato urbano. Oggi, tale “gruppo” di villaggi, è chiamato Giffoni Sei Casali il quale è costituito da Capitignano, Prepezzano, Sieti Alto, Sieti Basso, Malche e Capocasale (quest’ultimo inglobato con Capitignano). Alcuni di essi vanno doverosamente visitati per le chiese antiche, i vicoli tipicamente rurali e per l’atmosfera suggestiva durante eventi e feste folcloristiche.
Capitignano è il casale più grande, qui gli antichi Picentini formarono un nucleo abitativo intorno al tempio eretto da Silla al Dio Giove al fianco del quale furono poste le teste delle statue di Giano e Giunone mozzate in segno di spregio dai legionari romani; e proprio dall’effigie di Giano (Caput Jani) sembra provenire il nome della frazione. Oggi il piccolo centro mostra chiese, come la Santa Maria della Pace, angoli graziosi da tipico borgo medievale e l’incantevole Parco Pineta ideale per piacevoli passeggiate all’ombra dei pini.





Sieti Basso e Sieti Alto erano nel IX secolo due borgate differenti costruite tra i crepacci delle colline per sfuggire ai saccheggi dei barbari. L’eccellente posizione di difesa convinse le ricche famiglie locali a costruire le loro dimore nella parte più alta così da gestire in maggior sicurezza i propri affari. Oggi i centri sono riuniti sotto l’unico nome di Sieti, tranquilla frazione che ancora conserva gelosamente i palazzi nobiliari trasformati in B&B (come il Palazzo Pennasilico) oltre a chiese e conventi ove trovò ispirazione il noto poeta e umanista Jacopo Sannazzaro.






Prepezzano è il casale più distante da Giffoni Valle Piana e il più vicino a San Cipriano Picentino. Il centro, estremamente raccolto sulle sponde del fiume omonimo, è di origini antichissime sebbene le prime testimonianze risalgono al Medioevo, epoca di sviluppo in cui venne costruita la sontuosa Chiesa di San Nicola a Bari, magnifica costruzione a tre navate con coperture interne a volta e mura impreziosite da fregi e mondanature.


Oltre ai Casali c’è un gioiello imperdibile a pochissimi chilometri da Giffoni Valle Piana: si tratta di Terravecchia, borgo medievale composto da un intricato dedalo di viuzze circondate dal caseggiato rurale estremamente compatto e strutturato a mò di fortezza. Entrarci significa assaporare un’atmosfera di altri tempi, gli edifici popolari dei trappitari (c’è anche un piccolo museo etnografico) e le residenze nobiliari sono state restaurate conservando l’aspetto originale. L’unico lavoro non terminato è il recupero del castello risalente al XII secolo ma è comunque raggiungibile a piedi attraverso una mulattiera che termina in cima alla collina dove poter ammirare un bellissimo quadro di uliveti, colline e persino il mare.








Viaggiando per il più blasonato Cilento si rimane sorpresi dalla ricca storia territoriale e dal fascino dei borghi così saldamente ancorati alle tradizioni, ma si può confermare che a minor distanza da Salerno c’è un’altra zona dotata delle stesse qualità: i Monti Picentini e il loro circondario costituito da luoghi sorprendenti come Giffoni Valle Piana e i suoi Casali.