All’ombra del Terminio e del Cervialto: Montella.

All’ombra del Terminio e del Cervialto: Montella.

26 Ottobre 2019 Off di Dario Tomasiello

L’itinerario degli articoli precedenti prevedeva un giro arizogogolato tra i borghi locati ai piedi dei Monti Picentini, un tragitto ricco di passeggiate nella natura e nei centri storici più rurali e affascinanti. Tuttavia, per avvertire appieno l’atmosfera di montagna, occorre inoltrarsi un po’ di più all’interno del gruppo montuoso appenninico, magari avvicinandosi a vette importanti come il Terminio e il Cervialto.

Magnifici castagneti nei pressi del complesso monumentale del Monte.

L’aria in queste zone è un vero toccasana: le frazioni della Comunità Montana Terminio Cervialto sono divise da immensi boschi ed hanno l’unica pecca di essere lontane da raggiungere, ma le escursioni nella natura rigogliosa sono estremamente salutari. Nelle lunghe passeggiate non si incontrano solo foreste all’apparenza impenetrabili, profondi inghiottitoii e alture elevate, ma anche floride sorgenti in grado di fornire acqua pura alla Campania e persino alla Puglia.

Per quanto stia esaltando le forze della natura, la mano dell’uomo cominciò ad operare in questi luoghi addrittura dall’età del bronzo. Infatti, l’attuale territorio della Provincia di Avellino non è altro che la regione dell’antichissima Irpinia. L’eccitazione di trovarmi in un luogo altamente storico è ai massimi livelli e, per approfondire la sete di conoscenza, non c’è niente di meglio che visitare un comune dal ricco passato: Montella.

La piazza principale di Montella con il campanile di Santa Maria del Piano.

L’area del paese fu abitata dalle tribù sannitiche irpine le quali fondarono la prima comunità chiamata Montillus, nome che sta a significare colle fortificato. Dopo le famose guerre sannitiche perse dagli Irpini, Montella divenne municipio romano e crebbe in espansione urbana. Nel Medioevo, durante l’epoca Longobarda, il comune fu un importante gastaldato grazie alla posizione strategica tra i principati di Benevento e Salerno fino a diventare feudo della potente famiglia D’Acquino durante il periodo Normanno/Svevo. La ricchezza di Montella raggiunse l’apice con l’arrivo degli Aragonesi e dei Conti Cavaniglia: la cittadina era meta di pittori, poeti e intellettuali come Jacopo Sannazzaro. Il periodo feudale durò a lungo in prosperità; solo in tempi moderni apparvero le prime difficoltà che misero a serio rischio tutto ciò che venne prodotto durante il passato più fiorente: al tempo della Seconda Guerra Mondiale, data l’ubicazione ideale per importanti manovre militari, e durante il terribile terremoto dell’Irpinia che causò alcune vittime e distrusse diversi edifici storici.

Scorcio di Montella con il Palazzo Abiosi.

Fortunatamente non tutto è andato perduto, alcuni palazzi nobiliari e chiese dall’architettura e dall’estetica importanti sono sopravvissuti a testimoniare la ricchezza dei periodi migliori: si parte dal Palazzo Abiosi fino a Villa Elena, per passare poi al bellissimo convento di San Francesco a Folloni e al Castello del Monte.

La bella Villa Elena.
Atmosfera rilassante all’interno del parco pubblico De Marco.

Dopo aver esplorato Montella, con l’auto sono facilmente raggiungibili altri luoghi suggestivi come Il Santuario del Santissimo Salvatore a quasi 1000 metri di altitudine. Al termine di una ripida salita, si apre uno scenario maestoso e mistico: il santuario, sorgendo su una vetta isolata dal resto del gruppo montuoso, sembra sospeso nel cielo. La struttura, per quanto esteticamente molto semplice all’esterno, sfoggia all’interno magnifiche vetrate, statue e marmi policromi tipici del ‘700.

Il Santuario del SS. Salvatore.
Panorama su Montella.
Magnifica visuale che si estende sui monti circostanti e su Bagnoli Irpino.

Poco lontano ma su tutt’altro versante montuoso è il complesso monumentale del Monte. Trattasi di un sito storico di valore enorme comprendente all’interno di antiche cinta murarie il Castello del Monte di origine longobarda, la chiesa di Santa Maria del Monte e l’ex Monastero Francescano. Il castello, realizzato dopo il 700 d.C., fu dimora di grandi signori fino al XVI secolo, epoca in cui venne abbandonato per la realizzazione di un nuovo palazzo di corte a valle lasciando la chiesa e il monastero disponibili per ritiri spirituali. Oggi purtroppo, per problemi burocratici, i siti non sono più visitabili all’interno.

Il Castello del Monte.
La Chiesa di Santa Maria del Monte.
Panorama visibile dalla chiesa. Da notare all’estrema destra il Santuario del SS. Salvatore.

I beni storici finora visitati sono di prestigio elevatissimo ma, secondo la mia più umile opinione, il gioiello di punta del circondario è il Convento di San Francesco a Folloni. La bellezza architettonica e artistica del complesso è frutto di un restauro avvenuto nel ‘700 poiché, in origine (intorno al 1200), l’edificio era una semplice chiesetta fondata su richiesta di San Francesco d’Assisi. Molte sono le leggende che gravitano attorno a questo luogo grazie al suo carismatico fondatore, ma ciò che lascia estasiati è il trionfo di stucchi, marmi e maioliche all’interno del convento. Poi il favoloso sarcofago realizzato da Jacopo della Pila, in cui solo di recente sono state trovate le spoglie di Diego I della storica famiglia Cavaniglia, sollecita all’ammirazione nel silenzio più sacro.

Il convento di San Francesco a Folloni.
Le magnifiche rifiniture della chiesa.
Il maestoso organo.
Pura arte per il sarcofago di Diego I Cavaniglia.
Il chiostro interno.
Veduta dall’arco d’ingresso al convento.

Dopo un pieno di cultura degno di Alberto Angela, può venir voglia di dedicarsi ad attività più semplici ma allo stesso tempo genuine, ad esempio pranzare in un agriturismo o ristorante della zona. Le tipicità di Montella sono di altissimo livello: noti sono il tartufo nero e la castagna marchiata IGP proposti dalla cucina tradizionale e/o innovativa. Infatti, chi desidera unicamente la semplicità abbinata alla qualità può recarsi al ristorante Il Fauno vicino al lago Laceno, mentre i più “estrosi” in cerca di un pizzico di orginalità e eleganza possono fare una puntatina da Pepenero nel centro di Montella. Un po’ più distante invece la mia meta: l’agriturismo La Valle dei Pioppi nascosto in una piccola valle (appunto) dopo aver lasciato Acerno in direzione di Montecorvino. Tale scelta è dovuta al fantastico contesto naturale in cui è immerso il casale, alla gentilezza dei proprietari e, ovviamente, alla bontà dei piatti rustici (ma preparati in maniera certosina) con materie prime a km 0. Buono anche il vino della casa, abbastanza secco con un finale leggermente frizzante. Da non sottovalutare l’idea di usufruire delle stanze e degli appartamenti disponibili con tanto di colazione a base di dolci fatti in casa!

Antipasto della casa con fritti, ricotta vaccina e verdure dell’orto.
Ravioli ai funghi porcini.
Arrosto di maiale con contorno di porcini e patate fritte.
Le fragranti “chiacchiere”.
Gran finale con il pasticcello al cuore fondente di cioccolato, castagne e liquore Strega.
Una varietà di peperoncini dell’orto.
Lo spazio circostante è ampio e ideale per brevi passeggiate.

Suggerisco di informarsi telefonicamente sull’apertura dei locali: durante i mesi di bassa stagione molti (se non tutti) di essi sono chiusi a pranzo.

Nutrirsi, olte che piacevole, è utile per rimettersi in forze specialmente in contesti colmi di percorsi escursionistici. Come menzionato all’inizio dell’articolo, il territorio di Montella è ricco di sorgenti, valli, castagneti e grotte raggiungibili attraverso dei sentieri segnalati nella natura più selvaggia. Di seguito ne propongo alcuni, le cui partenze sono sparse per il territorio di Montella, Laceno ed Acerno.
Sentiero dello Scorzella a Montella;
Sentiero del Santissimo Salvatore;
Sentiero del Monastero;
Sentiero Monte Cervialto da Piano Migliato;
Sentiero delle Due Province;
Sentiero da Acerno a Casa Rocchi;
Sentiero delle Cinque Sorgenti.
Come sempre consiglio di attrezzarsi con bastoni e calzature da trekking e di rifornirsi di acqua (qualora i sentieri segnalati non prevedono fontane e sorgenti sul percorso) e cibo per uno spuntino.

Se l’escursionismo non fa parte del nostro pane quotidiano, si può impegnare il pomeriggio libero per una capatina a Bagnoli Irpino. Poco distante da Montella, il paese ha vissuto lo stesso fiorire economico e sociale del suo vicino anche se in maniera leggermente minore. Con l’annietamento dei Sanniti Irpini da parte dei Romani, il nuovo agglomerato urbano nacque grazie alla venuta dei Longobardi prima e dei Normanni dopo; successivamente le potenti famiglie feudali contribuirono ad accrescere l’artigianato e il commercio tanto da rendere Bagnoli Irpino degna di palazzi e chiese dall’elevato valore artistico.

Un bellissimo scorcio del borgo antico.
La Torre dell’Orologio di Bagnoli Irpino.
Il caratteristico centro storico.

La storia del paese è tutt’oggi visibile e apprezzabile camminando per il centro storico alla ricerca di angoli estremamente suggestivi e chiese dall’aspetto imponente. Suggerisco caldamente la visita durante la sagra della castagna e del tartufo nero che si terrà proprio questo weekend (25, 26 e 27 Ottobre): il paese verrà addobbato a festa con decine e decine di stand gastronomici ghiottissimi. Per godere a lungo termine degli eventi e del contesto storico, non mancano numerosi B&B accoglienti e confortevoli situati in pieno centro.

Ancora in fase di restauro, la Chiesa di San Domenico.
La Chiesa Madre Collegiata S. Maria Assunta.
Facciata della Chiesa Madre.

Per quanto sembri poco visitare solo due “piccoli” comuni, in realtà il tempo scorre in fretta soprattutto se il valore delle mete indicate è di altissimo livello. E la provincia di Avellino è zeppa di tali luoghi.
A tal proposito, la mia permanenza nel territorio avellinese sarà un pochino più lunga: nuove intriganti destinazioni sono all’orizzonte.