Viaggio nella Serenissima tra incanto e mistero #2

Viaggio nella Serenissima tra incanto e mistero #2

21 Marzo 2020 Off di Dario Tomasiello

La prima giornata a spasso per la Serenissima ha dato gran risalto alla bellezza più iconica della città: i monumenti gotico/bizantini, i canali dolcemente percorsi dalle caratteristiche gondole, le “calli” colme di botteghe e locali, i numerosi ponti dal fascino incredibilmente romantico. Pensare che tutto ciò ebbe inizio fuggendo dalle invasioni barbariche ha dell’incredibile ma grazie all’ingegno e al sacrificio i veneziani riuscirono ad architettare una metropoli sull’acqua tanto ricca e potente da diventare famosa in tutto il mondo.

La basilica di San Marco è sempre uno spettacolo.
Le calli celano osterie e botteghe artigiane.
Canali e ponti dal gusto romantico.
I dettagli gotici del Palazzo Ducale.

Purtroppo, al successo e all’espansione di Venezia, seguirono periodi molto difficili. L’Impero Ottomano sul piede di guerra lungo i Balcani minacciò i domini veneziani restringendo parecchio il potere commerciale e, a peggiorare la situazione, la scoperta dell’America allargò i mercati marittimi della concorrenza lasciando alla Repubblica poche briciole derivanti dai traffici sui mari italici tutt’altro che tranquilli (Amalfi, Genova e Pisa erano ancora molto agguerrite).

Insomma un’ombra lugubre sembrava inghiottire Venezia, resa ancora più scura dalle continue pestilenze che decimarono letteralmente la popolazione. La prima accadde nel 1348 seguita da un’altra nel 1423 la quale spinse il Senato ad istituire un ospedale speciale chiamato Lazzaretto per affrontare eventuali altre epidemie che, sfortunatamente, si verificarono nel 1573 e infine nel 1630.

Le numerose perdite pesarono sulla produttività, sull’economia generale e, di conseguenza, sulla forza della Repubblica che fallì contro il genio militare di Napoleone Bonaparte il quale sconfisse le truppe austriache, piemontesi e venete mettendo fine all’indipendenza millenaria di Venezia nel 1797. La mano dei francesi sulla Serenissima fu violenta: saccheggi sfrenati, tesori di inestimabile valore rubati e trasferiti in Francia, oltre 70 chiese depredate e distrutte, molti edifici illustri rasi al suolo per fare spazio a nuove strutture, il Carnevale abrogato per paura di agitazioni e la scelta (politicamente dannosa) di Milano come capitale della Repubblica Cisalpina.

Piazzetta San Marco con la nebbia.

Il paradiso napoleonico non durò per sempre ma il passaggio nelle mani degli austriaci durante la Restaurazione non rallentò il declino inesorabile della città. Il potere, la ricchezza, lo sfarzo, le feste clamorose, gli edifici dove tutto ciò avveniva erano ormai fantasmi testimoni di una triste decadenza.

Tale atmosfera si può percepire passeggiando per Piazza San Marco, la “sala da ballo più bella d’Europa” avvolta nella nebbia: un’aura spettrale aleggia ricordando giorni terribili di un passato lontano ma anche più recente quando si dichiarò l’annullamento del Carnevale per l’emergenza COVID-19. Il viavai incessante di bagagli e turisti intenti a raggiungere il prima possibile vaporetti e imbarcazioni private lasciò calli e campielli in un silenzio assordante.

Tuttavia oggi quei giorni sono lontani e il turismo sembra tornato nella normalità, numerosissimo e multietnico a riempire gli angoli più famosi della città. Inoltre ad allontanare le tristezze sono le strutture ristorative riaperte a pieno ritmo in cui, brigate di sala e di cucina, lavorano con gran impegno e disciplina per garantire esperienze gastronomiche indimenticabili. Grande esempio è il bistrot La Porta d’Acqua affacciato sul Canal Grande a pochi passi dal ponte di Rialto: il locale dispone di sale moderne ed eleganti con alcuni coperti all’esterno, la cucina è veneziana ma sapientemente rivisitata ad un rapporto qualità/prezzo davvero notevole, buona la carta dei vini e il personale giovane è efficiente e cortese il giusto.

Ravioli al branzino profumati ai limoni di Amalfi.
Tonno scottato in crosta al pistacchio e arancia agrodolce.
Tortino al cioccolato con cuore al pistacchio e gelato alla vaniglia.

Nelle vicinanze di Rialto, come alternativa a La Porta d’Acqua, stuzzica l’appetito l’Osteria di Santa Marina in cui la cucina veneta raggiunge alti livelli di raffinatezza confermati anche dalla guida Michelin. Gli avventori più semplici ma amanti del vino e desiderosi di un servizio curato possono invece trovare pane per i loro denti allo storico ristorante Marco Polo.

Nei dintorni di Campo Bella Vienna ci sono molti locali e ristoranti graziosi.
I portali gotici dell’area del mercato sono molto suggestivi.

Dopo la caduta dell’impero napoleonico Venezia visse momenti molto turbolenti rappresentati dai moti rivoluzionari nel 1848 che videro la formazione della Repubblica di San Marco contro l’Austria, si trattò di una vera e propria indipendenza che durò circa un anno per poi ritornare in mano agli austriaci fino all’annessione della città nel Regno d’Italia nel 1866.

Nel corso del ‘900, nonostante le terribili Guerre Mondiali, la città ebbe una notevole crescita demografica dovuta anche dall’accorpamento di Pellestrina, Burano, Murano, Mestre e altre località della terraferma. Purtroppo le crisi industriali degli anni ’70 e ’80 portarono ad un calo di residenti spingendo l’economia della città sul settore turistico alla fin dei conti molto redditizio grazie al fascino del centro storico e al ritorno del Carnevale. Un bene per i turisti? Assolutamente sì. Per i cittadini? Forse non tutti.

Un canale di Venezia dove sventolano le bandiere di San Marco.
Le calli spessono offrono inaspettati punti luce per foto memorabili.
La nebbia dona vedute misteriose.
Tra le curiosità spicca il Palazzo Tetta, l’unico edificio circondato dall’acqua su tre lati.

Il turismo come risorsa fondamentale di Venezia ha reso, con il passare del tempo, la vita dei residenti meno facile: gli affitti sono aumentati di prezzo per favorire il turismo internazionale, gli acquisti ordinari avvengono spostandosi a piedi tra orde di turisti, le spese di gestione (e ristrutturazione) del proprio domicilio sono elevate, la presenza massiccia di alberghi e ristoranti indirizza i giovani alla ricerca di lavoro nel turismo mettendo in difficoltà attività e imprese di altri settori. Insomma una situazione frustrante per molti cittadini i quali non condividono l’orientamento di Venezia ad essere una sorta di città-museo (detto in maniera provocatoria un “parco divertimenti”) che anno dopo anno costringe molti veneziani ad un triste esodo sulla terraferma.

Tuttavia la presenza incredibile di monumenti, che si dividono in chiese e palazzi che a loro volta contengono tesori di inestimabile valore e bellezza, chiama a gran voce centinaia di migliaia di visitatori all’anno desiderosi di conoscere l’unicità della Serenissima.

La bellissima Basilica della Salute.

Di fama mondiale sono anche le istituzioni culturali come la Biennale di Venezia fondata nel 1895 e sempre in prima linea nell’organizzare esposizioni artistiche contemporanee ed eventi legati alla danza, all’architettura, alla musica e al cinema. Inoltre si aggiungono i ricchissimi musei storici di cui alcuni sono elencati qui sotto:
Ca’ Pesaro, antico palazzo nobiliare finemente affrescato che ospita un museo d’arte contemporanea;
Ca’ Rezzonico, dimora signorile che espone la migliore arte settecentesca di Venezia includendo opere di Canaletto e Pietro Longhi;
Palazzo Mocenigo, anch’esso edificio patrizio ospitante nelle sontuose stanze affrescate una nutrita collezione di abiti, profumi ed altri accessori di moda tra il XVII e il XVIII secolo;
Casa di Carlo Goldoni, piccola dimora gotica del famoso commediografo Carlo Goldoni dove poter vivere i suoi spazi ammirando le serigrafie di alcune sue maggiori opere teatrali;
Scuola Grande di San Rocco, palazzo cinquecentesco della Confraternita di San Rocco (associazione di cittadini benestanti impegnati in opere benefiche) in cui ammirare le immense sale decorate dalle maestose opere del Tintoretto e di altri artisti di rilievo come Giorgione, Tiziano e Tiepolo;
Scuola Grande di San Marco, edificio fondato nel 1260 per scopi religiosi e umanitari poi ricostruito alla fine del ‘400 sfoggiando la raffinatezza rinascimentale di Pietro Lombardo, oggi è sede dell’Ospedale Civile oltre che importante archivio di antiche pergamene, progetti e foto della storia medica veneziana;
Gallerie dell’Accademia, complesso architettonico risalente al XII secolo ospitante la più importante collezione d’arte veneziana.

L’ingresso all’Arsenale di Venezia. A pochi passi dista il Museo Storico Navale.
Il sestiere Castello è il meno frequentato dopo il tramonto.
La solitudine non deve lasciar intimorire, passeggiare nel silenzio tra le calli è un’esperienza da provare.
L’Arsenale in notturna.

La piccola lista appena stilata non comprende tutti i musei che raccontano la storia e la cultura di Venezia, in città ce ne sono molti altri semi-nascosti e particolarmente indicati perché presentano caratteristiche uniche come l’architettura del Palazzo Contarini del Bovolo della potente famiglia Contarini che offre alcuni capolavori del Tintoretto e un panorama mozzafiato in cima alla particolare scala a chiocciola, oppure il suggestivo Chiostro di Sant’Apollonia che incanta con il suo cortile romanico oltre a custodire un museo di opere d’arte provenienti da varie chiese e conventi di Venezia. E cosa dire dell’atmosfera colorata di Burano, dell’arte vetraria a Murano e dei tramonti romantici visibili dall’isola di San Giorgio Maggiore?

La bellissima scala a chiocciola del Palazzo Contarini del Bovolo. Talvolta, durante il Carnevale, si possono trovare al suo interno alcune maschere.
L’isola di San Giorgio Maggiore nella nebbia.
Con il bel tempo si ammira l’incanto della basilica di San Giorgio.
L’imponente Basilica dei Santi Giovanni e Paolo di fianco all’ospedale omonimo. In primo piano la statua bronzea di Andrea Del Verrocchio dedicata al condottiere Bartolomeo Colleoni.
Dal Rio dei Greci si nota il curioso campanile pendente della chiesa di San Giorgio dei Greci.
Il cimitero di San Michele è un piccolo museo a cielo a perto.

Dunque potrebbe sembrare quasi un delitto negare al turismo di massa tanta bellezza, ma occorre una piccola puntualizzazione: purché sia un turismo curioso, passionale, desideroso di cercare e conoscere la grazia e la storia della città soggiornando diversi giorni, ovvero contrariamente da come agisce il viaggiatore “mordi e fuggi” decisamente meno interessato ad approfondire le sfumature di Venezia.

Architetture gentili e colori armonici sono per i puri di cuore che avvertono anche sentori delicati provenienti da piccole cucine quando si avvicina l’ora di cena. Piazza San Marco, l’ultimo giorno di Carnevale, si anima per le ultime ore di goliardia tra coriandoli e risate di viandanti diretti verso osterie e ristoranti. I sofisticati opportunamente in abito settecentesco opteranno per Quadri, ristorante stellato all’interno di antiche sale da sogno sotto l’osservazione dei fratelli Alajmo, oppure per il minimalista Il Ridotto, decisamente meno opulento ma sempre elegante e con una cucina di altissimo livello, o ancora per Osteria San Marco.

Osteria San Marco si distingue per essere anche una enoteca di altissimo livello ma accomodarsi nelle eleganti sale del ristorante solo per un calice di vino può essere un vero peccato. La cucina di terra e di mare prende ispirazione dalla tradizione veneziana con alcuni piccoli sbalzi di originalità usando pregevoli materie prime. Il personale, molto cortese e convincente, accompagna soprattutto nella scelta del nettare ideale che sia in calice o in bottiglia.

Tagliolini, cime di rapa e crumble di pomodori secchi.
Bracioline di agnello “scottadito”.

Lasciare Venezia l’indomani della partenza non è per nulla piacevole. Si viene a conoscenza di culture e tradizioni diverse dalle altre regioni d’Italia e se ne rimane folgorati a tal punto da desiderarle anche nella nostra terra d’origine. Tuttavia non bisogna esagerare: il territorio italiano è ammirato (e invidiato) da tutto il mondo per la sua storia ricca e complessa da Nord a Sud, ogni regione ha i suoi tratti distintivi che la rendono unica ed emozionante da scoprire e, per questo, valevole abbastanza da uscire per un breve lasso di tempo dai nostri confortevoli alloggi.

A presto Venezia!