
Il benessere e l’equilibrio a Caramanico Terme.
Per molti turisti, data l’emergenza COVID-19 non ancora cessata, le spiagge estive non rappresentano la meta ideale per il relax più spensierato: la confusione, il rischio di assembramenti e la mole di norme da rispettare potrebbero scoraggiare anche lo spiaggiato più incallito.
Ma la Campania è abbastanza variegata territorialmente: al mare delle più rinomate costiere e alle pianure agricole si aggiungono piccole catene montuose da vivere al fresco dei boschi. Anche se non siamo tutti patiti di escursionismo, tali luoghi (i Monti Picentini o l’Irpinia ad esempio) sono particolarmente indicati per chi ama la gastronomia tipica dell’entroterra e per gli appassionati alla ricerca di cultura e tradizioni in pittoreschi borghi storici.

Tuttavia la nostra regione non offre molta scelta per quanto concerne le vacanze in altura; quindi, spesso, si opta per altre destinazioni sull’Appennino centrale: il più vicino, vasto e ricco di attività da svolgere.
In cerca di riconferme, punto lo sguardo sul caro Abruzzo e, precisamente, su Roccaraso (potete leggere al riguardo qui!), bellissimo paese di montagna prediletto dagli sciatori durante i mesi invernali e dagli escursionisti nei mesi più caldi. La lacrimuccia nostalgica è immancabile, ma sulla cartina sono evidenti gran quantità di altopiani e valli costellate da deliziosi borghi. Uno di questi gioielli è situato nel Parco Nazionale della Majella: mi riferisco a Caramanico Terme, ritenuto dagli abruzzesi paese del benessere.

Esteticamente, Caramanico, si presenta come tipico borgo di media montagna con il caseggiato antico che si estende dall’alto verso il basso raggiungendo la confluenza dei fiumi Orta e Orfento. Si presume che il primo nucleo abitativo si costruì durante le invasioni barbariche, ma le ipotesi più accreditate dicono che un insediamento più massiccio e meglio raggruppato si formò con l’arrivo dei Longobardi. Testimonianza della loro venuta sono i ruderi del castello purtroppo demolito durante il periodo fascista, tuttavia vale la pena visitarli essendo immersi in una piccola e rilassante pineta dall’aria incredibilmente salubre.




Il luogo suggestivo e la posizione strategica spinsero la potente famiglia D’Aquino ad appropiarsi del borgo trasformandolo in feudo durante il Regno delle Due Sicilie, ciò contribuì allo sviluppo dell’abitato e dell’economia generale. Importante fu anche la partecipazione delle famiglie Colonna, Gonzaga e Carafa, sebbene meno duratura rispetto ai D’Aquino ma comunque portatrice di prestigio ben visibile dalle numerose residenze ancora esistenti nel centro storico del borgo.



Dopo l’annessione al Regno d’Italia, il fenomeno del brigantaggio fu sentito abbastanza da rendere Caramanico un centro propulsore i cui effetti si estesero per un decennio su tutta la Majella. Ulteriori disagi emersero nel corso del ‘900 con lo scoppio delle due Guerre Mondiali le quali, fortunatamente, non bloccarono lo sviluppo delle ben note Terme: elemento importante del turismo locale in continua crescita grazie all’attenzione posta anche sulla cura dei sentieri circostanti per la pratica dell’escursionimo.
Come mai le Terme di Caramanico sono così rinomate? Perchè sono tra le poche in Italia a poter contare su due acque minerali tra le migliori d’Europa: una sulfurea con proprietà antinfiammatorie e l’altra oligominerale diuretica. L’efficacia di queste benefiche acque sorgive, abbinata a strutture funzionali e personale specializzato, permette di offrire una vasta gamma di terapie che svolgono un’importante attività di difesa della salute nelle fasi di prevenzione, cura e riabilitazione.
Dunque tanto di cappello all’impianto termale, ma non bisogna dimenticare il contesto in cui si trova: in qualunque direzione si guarda non ci sono altro che boschi, che siano macchia mediterranea o faggeti, l’aria è un toccasana e gli scenari naturali tanto affascinanti da ritemprare lo spirito. Per vivere al meglio queste caratteristiche senza particolari sforzi è consigliato percorrere il Sentiero delle Scalelle: a pochi passi dal centro di Caramanico, nei pressi del Centro Visitatori, inizia il percorso B6 che porta i visitatori all’interno della valle solcata dal fiume Orfento. Lascia a bocca aperta la varietà di paesaggi riscontrabili, dai panorami verdi e rocciosi sul ciglio della gola per passare ai fitti boschi dalla flora particolareggiata grazie al fiume che “gioca” creando rive dalle forme artistiche e piccole cascate.







Il tempo richiesto per ammirare tanta bellezza è di circa un’ora e mezza senza particolari difficoltà, sebbene siano consigliabili le calzature da trekking per superare in souplesse brevi tratti rocciosi e/o fangosi.
L’attività all’aperto e l’aria frizzante stuzzicano l’appetito creando quasi un pozzo senza fondo nello stomaco dell’affamato escursionista ormai alla ricerca di agriturismi e ristoranti, strutture che non mancano in una regione dove la gastronomia è uno degli aspetti fondamentali della cultura locale. La cucina dell’Appennino abruzzese propone ghiottonerie a base di carne (selvaggina e allevamento), pasta fresca, tartufi, funghi e formaggi (caprini e pecorini) preparate seguendo le più rigide tradizioni oppure dando pieno sfogo alla creatività.
Bisogna tener conto che, in borghi particolarmente piccoli pur se turistici, non sono presenti un gran numero di locali e, talvolta, occorre spostarsi in auto per qualche chilometro. E’ l’esempio della Locanda del Barone sita a San Vittorino, frazione distante solo dieci minuti da Caramanico Terme e, quindi, tappa obbligatoria per scoprire in gran stile l’Abruzzo nel piatto. La bellissima dimora rurale è completamente immersa nel verde e dispone anche di camere per ospiti non pretenziosi ma dai gusti sofisticati. Il personale gentile e preparato, l’elevata qualità della materia prima, la buona scelta del menù (discreta la carta dei vini comprendente per lo più cantine di Montepulciano d’Abruzzo) e, soprattutto, l’esecuzione da lode dei piatti spingono a ritornare una, due e più volte, sia a pranzo che a cena.




Per chi preferisce muoversi a piedi, vicini al centro del borgo e facilmente raggiungibili sono la Taverna Ducale e il ristorante Marano di Pescofalcone dove accoglienza e cucina tipica sono di ottimo livello.
Non è buona scusa ritirarsi nelle proprie stanze solo perché si è mangiato bene e abbondantemente: lo spirito di tali paesi chiama a gran voce ad avventurarsi tra vicoli quasi verticali alla ricerca di angoli suggestivi, chiese artistiche, dimore nobiliari e altre similarità curiose e affascinanti. Inoltre, passeggiando per il centro storico fin dopo il tramonto, si può osservare la quotidianità della popolazione locale ancora ancorata alle proprie radici suscitando profonda tenerezza.







“Ognugno sta sol sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.”
Sebbene i versi della poesia di Quasimodo riflettono in particolar modo le difficoltà dell’uomo e della sua breve vita, i momenti di felicità (anche se momentanea) si possono raggiungere e possedere dedicando il giusto tempo a coltivare noi stessi e le prorie origini. Il passato è il nostro futuro se sappiamo preservarlo.
Non è finita qui con l’Abruzzo, a rileggerci alla prossima puntata!