La fertile terra di Nuceria Alfaterna.

La fertile terra di Nuceria Alfaterna.

11 Giugno 2022 Off di Dario Tomasiello

L’entroterra della Provincia di Salerno è colmo di bellezze paesaggistiche e storiche sparse tra colline di uliveti, vallate scrupolosamente coltivate e verdeggianti rilievi montuosi. All’interno del contesto ambientale tipicamente mediterraneo spiccano comuni e borghi privi del chiassoso turismo di massa, dove “timide” ma antichissime fondamenta etrusche o romane sono in attesa di essere degnamente rispolverate.

Il viaggio alla riscoperta di tali beltà prosegue in direzione dell’Agro Nocerino e dell’Agro Sarnese, due vasti territori tra Napoli e Salerno talvolta accomunati da uno stesso nome (Agro Nocerino-Sarnese) ma in realtà ben distinti. Il primo in particolar modo, nel VII a.C., includeva una grande città nata dall’unione di vari insediamenti etruschi in cerca di un luogo fertile e facilmente difendibile: Nuvkrinum. L’incredibile espansione etrusca verso il nord Italia però provocò la guerra contro i Sanniti, i quali uscirono vincitori dal conflitto reclamando il grande centro urbano.

La piana tra Napoli e Salerno è molto vasta e fertile.

La città venne rinominata Nuvkrinum Alfaternum e crebbe in maniera esponenziale grazie ai traffici commerciali che si incrociavano tra le vie Popilia, Nuceria e Stabiana. Inoltre il potere politico era tale che potè battere moneta propria e persino stilare un alfabeto chiamato alfabeto nucerino. Il livello di autonomia di Nuvkrinum fu un privilegio che costò la rivalità contro Roma alla quale dovette poi arrendersi dopo alcune battaglie diventando sua alleata nel 307 a.C.. L’alleanza purtroppo ebbe la conseguenza di attirare le attenzioni del condottiero Annibale che mise a ferro e fuoco la città, ma la lealtà ai Romani fu presto ripagata con la completa ricostruzione del centro.

Tracce dello splendore sannitico e romano, come le possenti cinta murarie e il teatro ellenistico, sono fortunatamente ancora visibili nelle località di Pareti e Grotti dell’attuale Nocera Superiore. Le testimonianze dell’epoca Imperiale scarseggiano poiché svariate problematiche scaturirono subito dopo la guerra sociale, evento che rese la città municipium col nome di Nucera Costantia.

Il Parco Archeologico di Nocera Superiore è un ambiente ideale per il relax nel verde.
I resti romani non sono tanti a causa di varie calamità naturali accadute nel corso degli anni.

Ai conflitti si aggiunsero i cataclismi del I secolo d.C.: un terremoto e l’eruzione del Vesuvio nel 79 che danneggiarono la città rendendola incapace di tornare al benessere passato. Ulteriori difficoltà sopraggiunsero alla venuta dei Longobardi i quali conquistarono facilmente Nuceria nel 600 d.C. diventando parte del principato prima di Benevento, poi di Salerno e infine di Capua.

Svariate sono le testimonianze medievali come l’Acquedotto di San Renato.

L’inizio del Medioevo, per certi versi, rappresentò la rinascita del centro che fu ricostruito con nuove suggestive architetture come il Battistero Paleocristiano di Santa Maria Maggiore, edificio religioso fondato nel VI secolo ispirandosi ad incantevoli modelli bizantini, e il Castello del Parco Fienga, complesso di notevole importanza storica costruito prima dell’anno 1000 e poi soggetto a vari rifacimenti nel corso dei secoli fino all’800.

Il battistero a pianta circolare è corredato da 30 splendide colonne.
Alcuni pregevoli affreschi del XIV e XV secolo sono ancora intatti.
La vasca battesimale è una delle più grandi in Italia.

Durante la dominazione Angioina nacquero numerosi villaggi e casali intorno al castello, quindi più a valle rispetto alla disposizione dell’epoca Imperiale, che costituirono col passare del tempo Nocera dei Pagani ovvero l’attuale Nocera Inferiore, grande comune il quale vanta un centro storico ricco di residenze nobiliari risalenti al feudo dei Filangieri, dei Latro, dei potenti Carafa e di altre famiglie sotto il vessillo dell’espansione Aragonese.

Il Parco e Castello Fienga affascina per la grandezza e l’insieme architettonico.
Suggestivo il panorama che mostra il comune, le alture dei Monti Lattari e il Golfo di Napoli.
La torre pentagonale normanna intorno alla quale si formarono le prime mura del maniero.
Il cortile posteriore, durante il periodo Angioino, era la sala più grande del castello.
Il giardino riserva bellissimi angoli gotici.

In mano agli spagnoli la città fu divisa in svariati municipi ed Università che rendevano complicata la gestione generale. Tuttavia il benessere era altissimo e grandi personaggi circolavano donando maggior lustro: da umanisti come Iacopo Sannazzaro per passare agli illustri vescovi Giovio fino alla famiglia dei talentuosi artisti Solimena con il famoso Francesco Solimena.

L’avvento dei Borboni di Carlo III migliorò le disposizioni militari con la costruzione della imponente Caserma Tofano (anche se a discapito della residenza ducale dei Carafa andata demolita) e, nel 1844, fu inaugurata la prima stazione ferroviara che permise un incremento esponenziale del commercio.

L’arteria principale del quartiere storico: via Francesco Solimena.
Molte residenze disponevano di grandi ingressi a sottolineare il livello di agio elevato.
La torre merlata di Palazzo Guerritore.
La via è ricca di dimore nobiliari.

Oggi l’economia locale regge soprattutto sul commercio agroalimentare grazie al terreno particolarmente fertile. Tra le aziende impegnate spicca per idea e forza di volontà AgruMarmè, progetto nato nel 2015 dal giovane Domenico Cuofano e portato avanti con l’aiuto dei genitori. L’impresa ha come obiettivo qualità e riscoperta dei prodotti genuini che ruotano attorno al mondo degli agrumi: marmellate, liquori, canditi, tisane e altre piccole chicche tratte dai più conosciuti mandarini e limoni fino ai più ricercati yuzu, kumquat, fingerlime ed altre tipologie appartenenti alla famiglia dei cedri. I profumi e i sapori intensi sottolineano i processi di lavorazione certosini e la materia prima “coccolata” senza trattamenti invasivi al fine di ottenere delizie ideali per colazioni, fine pasto e persino cocktails d’autore.

Gli agrumi sono l’essenza di AgruMarmè.
I sapori delle marmellate sono sinceri e decisi.
I liquori, alcuni dei quali con notevoli proprietà digestive.

L’attenzione per il cibo la si nota anche nella variegata proposta ristorativa che, nella maggior parte dei casi, esalta egregiamente i prodotti locali. Tradizione e innovazione trovano spazio negli eleganti ambienti dal tocco rustico dei ristoranti La Fratanza a Nocera Superiore e Casa del Nonno 13 a Mercato San Severino, entrambi consigliati anche dalla guida Michelin. Per gli amanti dell’accoglienza più familiare e della cucina più schietta senza dubbio Hostaria Luclantò a Nocera Inferiore è quel che si cerca.

A pochi passi dall’affascinante Palazzo Guerritore, quasi nascosta in un angolo della piazzetta, si trova un’altra realtà volenterosa di emergere dopo le problematiche del COVID: Bluu Il Mare Dentro, ristorante raffinato che aggiunge un tassello mancante al panorama culinario dell’agro nocerino, ovvero quello della cucina di mare. Fornelli e banchi del crudo sono a vista per non celare la cura e la freschezza delle materie prime sapientemente scelte da Angelo Borghese, chef che vanta molte avventure in Italia e Francia. Le portate, ben presentate dal servizio di sala competente, sono belle da vedere e al palato esibiscono un equilibrio dei sapori incredibile. Infine, di gran supporto all’esperienza sensoriale, è la carta dei vini colma per lo più di bollicine e bianchi provenienti da tutto il mondo.

Gustoso benvenuto.
Alici ripiene di provola in tempura, maionese aioli, pesto di basilico, e chutney di San Marzano.
Spaghettone Marulo, crema fior di broccoli, limone e alici alla soia.
L’arredamento e la mise en place sono eleganti ed essenziali.
Polpo alla brace e carciofo di Pertosa stufato.
Semifreddo al limoncello e composta ai frutti rossi.

Al termine della giornata Nucera soddisfa cuori e pance secondo l’attività che si voglia svolgere: vivere la bellezza storica ed estetica dei monumenti o scoprire i sapori e i profumi del territorio. C’è tutto, basta la volontà di oltrepassare l’uscio di casa seguendo la propria curiosità.