Tra le alte nuvole di Cortina d’Ampezzo.

Tra le alte nuvole di Cortina d’Ampezzo.

25 Settembre 2022 Off di Dario Tomasiello

Ci sono esperienze, seppur non fondamentali, che arricchiscono in maniera importante il bagaglio culturale umano a tal punto da incidere sulla visione generale del mondo. Per tale progresso serve forza di volontà e un po’ di sregolatezza per varcare i confini conosciuti verso mete più lontane.

La Campania è una regione piena di attrattive, la posizione a sud e l’eredità storica della Campania Felix sono grandi richiami per gli avventori che si trovano poi dinanzi a scenari incredibili come l’assolata Costiera Amalfitana, le terre rurali del Cilento, i borghi sui colli dell’Irpinia, i luoghi antichissimi del Parco Nazionale del Vesuvio (inclusa l’immortale Napoli) e tanto altro ancora.

Tuttavia il gran pregio dell’Italia è di possedere, in uno spazio geograficamente ristretto, una notevole varietà di siti che meritano di essere scoperti specialmente durante la stagione estiva. Ed essi non si trovano solo nelle zone balneari sotto al sole cocente ma anche ad alta quota nella fresca natura appenninica o, meglio ancora, alpina.

Le Alpi sono la catena montuosa più importante d’Europa ed in essa si trovano le vette maggiori del continente oltre a luoghi di incredibile bellezza. Se nei mesi invernali è obbligatoria la pratica dello sci, durante il periodo più soleggiato è imprescindibile attrezzarsi per il trekking data la presenza di aree protette ricche di sentieri segnalati CAI. Una di queste, nota per la straordinarietà dei paesaggi, è il Parco naturale regionale delle Dolomiti d’Ampezzo nel cuore del Veneto.

Le Dolomiti ampezzane.

Dalla Campania è un viaggio lungo (oltre 900 chilometri) ma le emozioni a più di 2000 metri di altitudine sono qualcosa da vivere almeno una volta nella vita, senza dimenticare le curiosità storiche del luogo e la golosa cultura gastronomica. Il fulcro di tutto è Cortina d’Ampezzo, grazioso comune tipicamente montano situato nella Valle del Boite ai piedi di alcune importati vette dolomitiche.

Cortina d’Ampezzo.
La raffinatezza degli edifici ampezzani.
I candidi campanili del ‘700 spiccano dal nucleo abitato.
Scorci tipici di montagna si individuano facilmente.

Il territorio in cui sorge il borgo viene identificato come Ladinia, antichissima regione che include le più importanti valli dolomitiche a loro volta comprese nella Contea del Tirolo. La posizione al confine con l’Europa centro orientale spinse gli abitanti, intorno all’anno 1000, a sviluppare una lingua propria chiamata Ladino unendo vari idiomi come il celtico, il retico e il romano.

L’appartenenza e l’identificazione di molti residenti locali alla cultura ladina risulta ben marcata ancora oggi nonostante le forti pressioni vissute nel corso della Prima Guerra Mondiale a causa delle rivendicazioni dei territori tirolesi per mano italiana e/o austriaca. Dopo il conflitto i ladini diedero inizio a svariati progetti di divulgazione della propria civiltà illustrando usi, costumi e persino pensieri politici nella possibilità di vivere in una regione autonoma.

Sebbene i referendum siano stati un nulla di fatto, nel contempo è avvenuta la piena accettazione della lingua ladina e Cortina d’Ampezzo, detta anche d’Anpezo, mostra caratteri conservatori e folkloristici uniti ad aspetti più generalmente italiani diventando il punto di incontro tra due differenti culture.

Lusso e charme sono una prerogativa lungo il Corso Italia dove botteghe di artigianato tirolese si alternano a negozi di alta moda e sontuosi alberghi. L’architettura degli edifici, alcuni dei quali graziosamente decorati, confermano le origini piuttosto recenti della cittadina anche se le prime attestazioni risalgono alla seconda metà del 1100. Tuttavia all’epoca era solo un piccolo villaggio sotto il vessillo del Sacro Romano Impero e tale rimase con la conquista da parte della Repubblica di Venezia nel ‘400.

Sul Corso Italia non mancano locali dove sorseggiare qualche caldo cicchetto.
Le serate durante la settimana sono relativamente tranquille.

Il periodo d’oro esplose durante l’avvento degli Asburgo-Lorena i quali ebbero a cuore il Tirolo facendo fiorire l’artigianato e il turismo. Brusca frenata dello sviluppo fu la Grande Guerra che trasformò le alte montagne in tremendi campi di battaglia, situazione fortunatamente evitata durante la Seconda Guerra Mondiale. Passati alcuni anni dagli orrori dei conflitti, un altro boom turistico avvenne alle prime olimpiadi invernali nel 1956 che resero Cortina una meta turistica di altissimo livello internazionale.

Oggi il comune, fiorito e curato come una bomboniera, funge da punto di partenza per lunghe passeggiate all’aria aperta. Una volta terminato il Corso Italia si possono intraprendere i facili percorsi pedonali a pochi metri dal centro che si articolano tra le località all’interno della verde vallata.

Cortina è situata all’interno di una valle ed offre una gran varietà di itinerari percorribili a piedi.

Altre facili escursioni si possono praticare esplorando i laghi delle Dolomiti, autentiche gemme abbracciate dalle montagne come il Lago di Braies, il Lago di Dobbiaco e il Lago di Misurina, senza contare i bacini minori (Lago Sorapis su tutti) quasi scavati nella roccia e raggiungibili esclusivamente a piedi.

Il Lago di Misurina dista circa 11 chilometri da Cortina e la sua altitudine a quasi 1800 metri può regalare scorci particolari.
Il contorno del lago è percorribile per intero seguendo un rilassante sterrato in piano.
La giornata plumbea non ha favorito i riflessi cristallini.

A Cortina è molto viva anche la cultura della bicicletta essendo un mezzo “green” facilmente utilizzabile grazie alla Ciclabile delle Dolomiti, lungo itinerario dedicato alle due ruote che segue il tracciato dell’ex ferrovia dismessa nel 1964. Per maggiori informazioni sul percorso e su altre piste (per chi ha programmato una lunga vacanza nel Veneto) potete visionare l’articolo dettagliato “Le più belle piste ciclabili del Veneto“.

Tuttavia il ciclismo è una disciplina che può essere affrontata in modi diversi e la montagna lo sa bene, infatti regala molto spazio anche agli sportivi più avventurosi ed allenati in cerca di sfide su sconnessi sterrati da mountain bike oppure su strada per raggiungere i passi mitici (Passo Falzarego e Passo Giau su tutti) che hanno fatto la storia del Giro d’Italia.

Gli sterrati in mountain bike non elettrica possono essere particolarmente impegnativi.

La difficoltà dei sentieri montani varia in base alla durata del percorso e alla complessità del tracciato. Esistono brevi tragitti in falsopiano che attraversano verdi foreste oppure lunghi itinerari in salita su terreno viscido e mosso ed infine le mitiche vie ferrate ad alta quota consigliate solo a chi cerca le emozioni forti.

Per vivere appieno le Dolomiti è preferibile pianificare un giro a “ciambella” individuando su mappa i sentieri numerati che fanno coincidere i siti di maggiore interesse con i punti ristoro, meglio conosciuti come rifugi. Questi ultimi non sono piccole costruzioni prive di comodità ma tutt’altro: sono vere e proprie locande, con possibilità di pernottamento, confortevoli e attente alla qualità del cibo.

Raggiungere un rifugio equivale a conquistare un grande traguardo: cucina tipica in un contesto paradisiaco, cosa volere di più?

La cultura gastronomica, come più volte accennato sulle pagine di questo blog, è parte integrante di qualsiasi viaggio e va goduta appieno. Le strutture ristorative ampezzane sono tante e varie nella loro proposta sempre mantenendo come elemento comune le materie prime locali: selvaggina, funghi, formaggi vaccini, misticanza e frutti di bosco.

A Cortina e nelle immediate vicinanze si contano decine di locali dedicati sia a chi vuole risparmiare e sia a chi cerca particolari esperienze. Dato il contesto raffinato e di grande impatto visivo abbondano ristoranti segnalati dalla guida Michelin come Al Camin, El Camineto ed El Brite de Larieto i quali si presentano come bellissimi chalet di montagna immersi nella natura dove poter gustare canederli e casunziei ma anche piatti più innovativi e coraggiosi. Le “stelle” Tivoli e SanBrite rappresentano la massima esclusività ampezzana mentre, mettendo da parte per un attimo le guide più blasonate, il ristorante storico Lago Scin è una piacevole alternativa oltre che una certezza di alto livello da ormai tantissimi anni.

Sul Corso Italia spicca un’altra realtà ben intenzionata a far parlare di sé: è il Dolom’Eats, locale collegato all’Hotel Aquila che nel 2018 fu affidato ad una gestione diversa in modo da sviluppare una personalità tale da accattivare non solo gli ospiti dell’albergo ma anche avventori di passaggio lungo l’area pedonale. Gli interni tra il moderno e il vintage, con dettagli in legno e tanti richiami alle Dolomiti, sono curati e donano un piacevole senso di relax mentre la giovane brigata di sala si muove veloce ma con garbo e discrezione.

Minimalismo in legno e un tocco di vintage.

Il menù è tipicamente di montagna con qualche intrigante portata a base di pesce e varia in base alla stagionalità dei prodotti. Inoltre, giornalmente, sono presenti piatti fuori carta secondo la disponibilità di determinate materie prime (i funghi porcini ad esempio).

La carta dei vini è discretamente varia con buone opzioni al calice.
Costatine di cervo con composta di frutti rossi e polenta.
Le patate all’ampezzana saltate in padella con speck e cipolla.
Golosissime frittelle di mele.

Tuttavia il buon mangiare a volte deve fare i conti con i programmi di escursionismo: percorrere sentieri a pancia piena non è il massimo e trattenersi diverse ore in un ristorante anche solo per rilassarsi significherebbe attardarsi ed affrontare la strada del ritorno durante il tramonto. Per evitare situazioni spiacevoli è consigliabile dedicare l’intera giornata al trekking equipaggiandosi a dovere e calcolando i tempi di percorrenza e permanenza al punto ristoro che sia un rifugio ad alta quota o un locale vicino ad un centro abitato.

Data la presenza di numerose piste da sci, alcuni impianti di risalita funzionano anche durante l’estate così da rendere più veloce (e comodo) l’arrivo ad alture elevate. E’ il caso della seggiovia di Baita Bai de Dones, poco distante dal centro di Cortina, la quale porta in poco più di 5 minuti alle scenografiche vette delle Cinque Torri.

La Cima Ovest delle Cinque Torri.
Il piacere del contatto con la natura.
Alcuni punti del percorso possono essere frastagliati e scivolosi.
La ripidità di molti sentieri è resa più agevole grazie agli scalini.
Grande gioia quando termina la salita e lo scenario si apre in tutto il suo splendore.

Il piccolo complesso montano è uno dei simboli del parco per la forma particolare assunta nel corso dei millenni e per i bellissimi panorami a circa 2000 metri di altitudine. La seggiovia è la migliore alternativa per chi non sente le gambe adeguate ai percorsi in salita mentre gli avventurieri possono affrontare l’articolato sentiero 425 tra pini ed abeti le cui possenti radici rendono il tragitto abbastanza frastagliato.

Il sentiero 425 parte facile costeggiando anche un piccolo lago.
La strada asfaltata segna che si è vicini al rifugio.
Facile salita nella natura incontaminata.

Le difficoltà spariscono quasi del tutto al raggiungimento di una strada asfaltata che, in pochi minuti di camminata, porta al Rifugio Cinque Torri ai piedi delle vette omonime. Guardandosi attorno si rimane incantati dal panorama il quale diventa man mano più emozionante se si intraprende l’impervio tragitto verso i rifugi Averau e Nuvolau. Tappa obbligatoria poi, soprattutto per gli appassionati di storia, il Museo della Grande Guerra all’aperto che mostra la cruda realtà della Prima Guerra Mondiale accompagnando i visitatori tra le anguste trincee costruite nella roccia.

Dalle Cinque Torri si può ammirare il gruppo della Croda.
Le montagne circondate dalle nuvole sono maestose.
Il rifugio Nuvolau, a oltre 2500 metri di altitudine, si raggiunge percorrendo l’impegnativo sentiero 439.

L’altura e la prestazione fisica richiesta per il trekking richiedono una certa dose di impegno per chi non è abituato a sforzi di tale portata, infatti il resto della giornata è preferibile trascorrerlo in “souplesse”, con tranquillità, magari passeggiando tra i negozi di Cortina o visitando il grazioso centro di Dobbiaco.

Oppure, come ultima alternativa, ritirandosi in uno dei tantissimi alberghi (come ha fatto il sottoscritto) presenti in zona per il meritato riposo e progettare il da farsi del domani. Le montagne sono una sorpresa continua da vivere giorno dopo giorno con garbo e coscienza.