Meraviglie ai confini dell’Irpinia orientale: Monteverde e Bisaccia.

Meraviglie ai confini dell’Irpinia orientale: Monteverde e Bisaccia.

26 Novembre 2022 Off di Dario Tomasiello

L’Italia è colma di vasti territori dove il concentrato di bellezza è tale che servono giorni e giorni di gite disincantate: un semplice monastero, una verde valle, un villaggio tipico, tutto può avere una particolare attrattiva all’interno di quadri ricchi di atmosfera. Molto spesso si confonde l’austerità come qualcosa di spento e vuoto ma in molti luoghi tale caratteristica emana un senso di profonda quiete accompagnata da una magnificenza visiva essenziale, senza fronzoli ma antica ed immortale.

Ampi spazi aperti: semplicità ed eleganza nei panorami dell’Irpinia.

L’Irpinia è una regione che possiede tali caratteristiche: alture e valli brulicanti di natura selvaggia e indomita separano lontani borghi dalla storia millenaria in cui trovare anche piccole osterie pronte ad accogliere e riparare dal freddo clima della zona. Di alcuni piccoli comuni, veri e propri gioielli della Provincia di Avellino, si è già raccontato qualche anno fa (correte qui e qui per scoprire alcune imperdibili tappe!) ma per ammirarne altri di notevole fascino è necessario spingersi verso est, quasi al confine con la Puglia.

Nella bella Valle dell’Ofanto spicca Monteverde, grazioso borgo medievale che con il suo aspetto graziosamente arroccato ha guadagnato un posto nella rinomata guida dei “Borghi più belli d’Italia”. L’impronta Sannitica di alcune sparute mura testimoniano la presenza di un piccolo insediamento nel lontano III secolo a.C. ma senza dubbio fu più rilevante, dal punto di vista dello sviluppo demografico, la costruzione di un castello longobardo alla fine del 900. Come da tradizione Medioevale, il centro abitato nacque attorno al maniero che fungeva da protezione essenziale per lo sviluppo dell’abitato.

Via Alessandro Manzoni di Monteverde.
Il massiccio castello conserva buona parte dell’architettura longobarda.
Con il passare del tempo l’aspetto della fortezza fu “ingentilito” (ad esempio eliminando il ponte levatoio) per renderla una dimora nobiliare.
Strade e piazze si formarono intorno al maniero ingrandendo sempre di più il nucleo urbano.

I Normanni presero il potere nel 1059 quando il borgo era già sede vescovile: ancora oggi si possono ammirare numerose chiese (tra cui la Cattedrale di Santa Maria di Nazareth) le quali indicano chiaramente l’alto livello ecclesiastico raggiunto specialmente durante il periodo feudale. Con il viavai di alti prelati e di nobili esponenti di famiglie come Grimaldi, Caracciolo e Sangermano la cittadina conobbe un periodo fiorente interrotto malauguratamente da carestie e pestilenze nel 1600.

La graziosa via Bocchetti che termina ove risiede la Chiesa di Santa Maria del Carmine.
La piccola chiesa di Sant’Antonio.
L’attuale cattedrale di Santa Maria di Nazareth è stata profondamente restaurata a causa dei continui terremoti.
La prima chiesa dedicata a Santa Maria di Nazareth risale al 1400.

Dopo l’eversione della feudalità altri problemi afflissero la popolazione, tra cui le Guerre Mondiali, incrementando a livelli vertiginosi il fenomeno dell’emigrazione. Tuttavia la scarsità di fabbriche ed altre attività produttive non legate all’agricoltura portarono alla luce l’anima turistica del borgo che, negli ultimi tempi, si è concentrato in maniera particolare sull’accoglienza diventando uno dei paesi più accessibili d’Europa (zero barriere architettoniche e numerosi aiuti per visitatori con disabilità).

I tratti con aiuti dedicati alle persone con disabilità confluiscono in quasi ogni angolo del comune.
I restauri effettuati in maniera certosina hanno salvato gran parte dell’abitato medievale.
Il bello di gironzolare per stretti vicoli.
Alcune vie sono un vero tripudio di grazia e sobrietà.
Nei mesi di bassa stagione relax e silenzio sono assicurati.
Il soffice vociare di qualche anziono a volte interrotto dal miagolio di un gatto: i “rumori” di un borgo.
Molte case sono disabitate a causa dei frequenti movimenti tellurici e della conseguente emigrazione.

La grande cura riposta nella conservazione dell’architettura medievale si nota camminando tra le vie tortuose che danno spazio ad abitazioni rurali e palazzi nobiliari dai sontuosi portali. Uscendo dal nucleo abitativo si aprono delle vedute panoramiche da mozzare il fiato: intorno al comune si estendono dolci colli in cui la rigogliosa natura protegge la rara cicogna nera mentre il vicino lago San Pietro gioca con colori e riflessi verdeggianti.

Dopo un temporale il paesaggio circostante potrebbe riservare particolari scenografie.
Panorama sul lago San Pietro.
Il lago è artificiale e costituisce un parco naturalistico che comprende la vicina Foresta Mezzana.

Il viaggio “on the road” con l’auto è tassativo considerando la non breve distanza tra i vari centri e le numerose attrattive riscontrabili lungo la strada. Parchi protetti, passeggiate naturalistiche ed aree archeologiche come il Parco di Carbonara (ovvero il paese antico dell’attuale Aquilonia) sono alcuni degli elementi disseminati per l’Irpinia che insieme ai borghi medievali caratterizzano fortemente un territorio e lo elevano ad importante meta turistica.

Il Parco Archeologico di Carbonara è una tappa obbligatoria.
Carbonara era un tipico borgo medievale con castello, palazzi feudali e chiese prima del sisma del 1930.
Le poche mura rimaste in piedi infliggono un profondo senso di solitudine ed aprono antiche ferite.
Il contorno suggestivo di Piazza Municipio è sfruttato per rappresentazioni musicali e teatrali.

Tuttavia il veicolo rappresenta solo il mezzo per raggiungere determinati luoghi i quali andranno poi scoperti e vissuti doverosamente a piedi. Ad esempio sarebbe un autentico delitto non soffermarsi abbastanza a lungo nel centro storico di Bisaccia, altra perla di notevole bellezza situata ad oltre 800 metri di altitudine dove svetta un possente maniero.

Piazza Duomo rappresenta il fulcro di Bisaccia.
L’arteria principale, Corso Romuleo, porta in luoghi carichi di fascino.

La sua origine, secondo alcuni ritrovamenti nelle necropoli della zona, risale a prima dell’Età del Ferro con la formazione dei primi insediamenti dediti alla lavorazione della lana. Tale occupazione diede inizio ad un notevole movimento commerciale che, nei secoli successivi, finì sotto il controllo dell’Impero Romano impegnato nelle conquiste contro le civiltà Irpine.

Altro borgo, altri suggestivi vicoli da percorrere.
Molti edifici, in gran parte restaurati, sono di origine medievale.
Grandi portali e corti: il passato signorile non manca a Bisaccia.

Tuttavia, degli antichi Romani, si trovano ben poche tracce mentre la ricchezza del centro storico abbonda di cultura Medievale. Oltre agli scorci graziosi tipici di borgo antico, a catturare l’attenzione sono due siti di particolare interesse: l’immenso Castello Ducale, distrutto da un sisma e ricostruito da Federico II nel XIII secolo, e la Concattedrale di Bisaccia.

Il castello di Bisaccia si distingue da tanti altri per il suo bellissimo loggiato.

Il maniero fungeva da importante bastione di difesa oltre che da residenza dell’imperatore di Svevia e dei successivi feudatari di parte sia Angioina che Aragonese. Le mura imponenti e le torri austere, di chiara impronta Longobarda e Normanna, furono poi aggraziate da un elegante loggiato al piano più elevato dal quale si gode un magnifico panorama.

Il bellissimo loggiato, composto da ventotto arcate su colonnine in pietra locale, affianca il grande salone utilizzato per serate musicali e convegni.
Massiccia è la torre-mastio utilizzata per gli avvistamenti.
Superato il portone d’ingresso si accede ad un ampio cortile lastricato.
Un salto indietro nel tempo.

Dalla torre quadrata si può ammirare la grande chiesa dedicata alla Madonna del Carmine che, nel ‘600, dava risalto all’istituzione religiosa di Bisaccia ed oggi è inclusa nell’arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, Conza e Nusco. Dominante è la facciata in stile gotico/romanico sebbene le sue origini sembrano bizantine, purtroppo pochi elementi risalgono alla costruzione iniziale essendo l’intera struttura stata ricostruita ben tre volte a seguito di violenti terremoti.

La Concattedrale fu ricostruita più volte utilizzando parte dei materiali degli edifici precedenti. A fianco si nota il campanile progettato nel 1820, ma a causa di una serie di controversie fu abbattuto e ricostruito nel 1925.
La notevole influenza religiosa del passato si nota ancora oggi. In foto la Chiesa del Carmine.
Suggestivo durante le ore serali è l’ex convento dei Francescani in Piazza Convento.

Piazza Convento è uno dei tanti punti panoramici del borgo dalla quale si può ammirare il verde paesaggio composto da boschi e dolci colline coltivate. L’agricoltura e l’allevamento, attività praticate dai tempi antichi, sono fondamentali per il fabbisogno locale e per l’accoglienza la quale punta sul buon cibo e sulle tradizioni; dunque non mancano agriturismi immersi nella natura dove riposare e svegliarsi con una buona colazione oppure trattorie rustiche dove vige la regola del “km 0”.

I paesaggi rurali affascinano anche durante le ore tarde.

A Monteverde fa bella figura il ristorante Al Giardino della famiglia Pagnotta impegnata nella produzione di svariati prodotti locali, ad Aquilonia è la piccola trattoria Nuova Carbonara a chiamare l’attenzione per grandi scorpacciate di salumi selezionati e piatti tipici, per finire a Bisaccia la storica locanda Grillo d’Oro unisce esperienza ristorativa decennale e rispetto delle materie prime per un’esperienza gastronomica di alta qualità.

Trovandosi dalle parti di Bisaccia, in una fredda e (molto) ventosa serata, la sosta al Grillo d’Oro diventa doverosa. L’osteria, nata negli anni ’60, è un’autorità per quanto riguarda il mangiare bene grazie all’impegno e alla devozione della famiglia Arminio che ha saputo ingrandirsi inaugurando il nuovo ristorante con annesso albergo vicino Piazza Convento.

Appena entrati la grande sala appare moderna e semplice con tanti richiami rurali incluso un grande camino utilizzato per le carni alla brace. Il calore e l’accoglienza si avvertono subito, la brigata di sala giovane e veloce svolge un lavoro preciso e senza fronzoli elencando a voce i piatti della casa (ovviamente si può chiedere il menù cartaceo per avere più chiaro in mente cosa ordinare). La scelta è vastissima ed è tutto fatto in casa, dalla pasta ai dolci, con materie prime reperite dai campi del circondario; invece poca varietà per quanto riguarda il vino, d’altronde in un’osteria diventa quasi tassativo il classico bicchierino di aglianico locale.

Benvenuto di sfizi tratti dagli antipasti della casa.
Spaghetti alla chitarra al sugo di carne.
Salsiccia e maiale con peperoni.

Al termine di una giornata, o di una lauta cena, è sempre raccomandata l’escursione notturna nel centro storico di qualsiasi comune si tratti. Perché è durante la notte, quando quasi tutto si ferma, che il silenzio diventa un muro e la sola pietra può parlare raccontando il destino di un luogo.

Le luci soffuse sono particolarmente suggestive.
Camminare con lentezza permette di scovare scorci unici.
A seguito dei terremoti molte case crollarono. Oggi, alcune mura rimaste in piedi, sono conservate come commemorazione ed emanano un’aura surreale.
L’assenza di rumori con il solo vento sibilante.
Nei dintorni di Piazza Convento si trovano molti angoli da incorniciare.