Cartoline dal Parco Nazionale del Vesuvio.

Cartoline dal Parco Nazionale del Vesuvio.

25 Luglio 2023 Off di Dario Tomasiello

Mente si ammira un particolare scenario nella Provincia di Napoli, in città dalla storia millenaria e costiere da sogno sul mare cristallino, appare quasi sempre all’orizzonte una sagoma imponente che si estende verso il cielo. La figura dalla caratteristica forma a cono suscita un forte potere di attrazione, non senza un pizzico di inquietudine, e sussurra episodi di grande tumulto e tragedia.

Tanta aura non può che essere emanata dal Vesuvio, stratovulcano quiescente che mantiene un timore quasi reverenziale per la conseguenza delle passate esplosioni. Il Gran Cono spunta come un picco dall’interno di una caldera, ovvero la precedente superficie vulcanica del Monte Somma, e raggiunge la notevole altezza di 1281 metri predominando l’intero Golfo di Napoli.

Napoli e il suo simbolo in fondo a destra.
Il Monte Somma.

Il paesaggio evocativo del vulcano è promosso dal Parco Nazionale del Vesuvio, istituzione che tutela le numerose scoperte mineralogiche e floristiche del complesso oltre a curare la sentieristica consistente in ben 11 percorsi naturalistici nei quali ammirare e comprendere le diverse sfumature del territorio vulcanico.

Il sentiero N.5 è probabilmente il tragitto più gettonato da migliaia di turisti poiché tracciato lungo i bordi del vasto cratere. La passeggiata però non è di facile svolgimento: il piazzale di ingresso a quota 1000 metri si raggiunge con la navetta (a pagamento) e per la cima a 1132 metri occorrono circa 20 minuti di scarpinata in salita.

Il paesaggio lunare del Vesuvio è spesso impreziosito da distese di ginestre.
La salita che porta al cratere.
In cima al sentiero si nota il versante settentrionale del Monte Somma.

Tuttavia, dopo la notevole pendenza, il percorso spiana e si viene allietati dalla brezza marina, dai vari chioschi in cui rinfocillarsi e dagli incredibili panorami. Il sentiero sterrato richiede comunque cautela e calzature adeguate, inoltre la permanenza prolungata sotto il sole con pochi momenti di ombra suggerisce una costante idratazione.

Gli incredibili 450 metri di diametro del cratere.
I panorami sul Golfo di Napoli si sprecano.
Il sentiero molto mosso costeggia buona parte del Gran Cono.
Le vedute si estendono fin sulla Costiera Sorrentina (foschia a parte…).

Ai piedi del Vesuvio si possono visitare tantissimi comuni che, nonostante il livello di pericolosità in caso di eruzione, si sono urbanizzati notevolmente nel tempo. Alcuni di essi custodiscono ancora testimonianze risalenti al periodo della Campania Felix e raccontano la grandezza di popoli antichi che governarono città come Pompei.

L’incremento della popolazione in tempi moderni è dovuta principalmente al terreno vesuviano i cui minerali rendono il suolo “vivo” e adatto alla coltivazione di ortaggi e frutta. La differenza rispetto ai prodotti tratti da una comune agricoltura in piano si avverte principalmente al palato: il pomodoro del piennolo, l’albicocca pellecchiella e il vino Lacryma Christi sono alimenti riconosciuti della gastronomia campana e richiesti da ristoranti di tutto il mondo.

La cucina locale, ben sostenuta da ingredienti ricercati, è immancabilmente saporitissima. In un luogo prettamente turistico le strutture ricettive sono tante tra taverne, bistrot, pizzerie e altro ancora in cui gustare la migliore tradizione partenopea e/o l’estro creativo di chef stellati.

A Somma Vesuviana fa parlare di sé Locanda Nonna Rosa, elegante ristorante a gestione familiare vicino al centro storico. L’aria di famiglia si respira appena si varca la soglia della porta venendo accolti dalla moglie dello chef, Rosaria, sorridente e cortese. Il sommelier Alessandro Lerro sfoggia grande competenza in materia di vini consigliando in particolare nettari autoctoni a rischio estinzione mentre Vincenzo Nocerino e il figlio, Alessio, sono in cucina a condividere conoscenze ed esperienze per offrire la migliore esperienza golosa della zona. Gli alti livelli di competenza si capiscono sfogliando il menù, una vera e propria ode al baccalà proposto in cotture e preparazioni differenti ma non mancano le alternative altrettanto intriganti e da orgasmo culinario.

Il delizioso benvenuto.
Dalla Spagna al Vesuvio: un calice di 100% Catalanesca prodotto da una cantina locale.
Eliche con ragù di gamberi e limone fermentato.
Baccalà cotto a bassa temperatura con zucchine in varie consistenze e il loro fiore.
Cremoso alla nocciola e gelato al cioccolato.

Il valore aggiunto del ristorante è l’eccellente posizione: in pochi minuti a piedi ci si trova al cospetto di massicce mura Aragonesi a difesa del Borgo Casamale, affascinante eredità medievale di Somma Vesuviana.

Secondo gli storici, a partire dal periodo Osco, il territorio all’ombra del Monte Somma era occupato da svariati insediamenti che, però, non auspicarono la nascita di grandi centri urbani. In epoca Romana le città importanti intorno al Vesuvio abbondavano ma nella zona di Somma erano presenti per lo più dimore patrizie come la Villa Augustea (attualmente chiusa per manutenzione) e un ipotetico villaggio di plebei fondato da Tiberio Gracco.

Le radici di un borgo con premesse di crescita le piantarono i Longobardi che, immancabilmente, eressero un castello con annesso villaggio sui pendii della montagna.

Il verde del Monte Somma.
Il panorama su Somma Vesuviana.
La chiesa di Santa Maria a Castello.

Vari popoli presero possesso del maniero e, tra essi, gli Angioini ebbero il merito di valorizzare significativamente l’aspetto residenziale e artistico di Somma. I successivi Aragonesi invece potenziarono la cinta muraria oltre ad erigere un nuovo castello per volere di Lucrezia d’Alagno (amante del Re Alfonso D’Aragona) rendendo il feudo una roccaforte imprendibile sotto il più stretto demanio regio.

Le mura Aragonesi circondano il Borgo Casamale.
Il Castello d’Alagno. Col tempo ha ospitato vari nobili proprietari tra cui Antonio De Curtis, in arte Totò.
Fila di palazzi storici in Piazza Vittorio Emanuele III.
Non manca l’elemento religioso: di valore sono la Parrocchia di Santa Maria del Pozzo (in foto), la Collegiata di Santa Maria Maggiore e la chiesa di San Domenico.

Il nobile lignaggio di Somma durò a lungo sebbene sovrani e monarchi iniziarono a trascorrere il tempo libero in rinomate località di villeggiatura come Portici e Castellammare di Stabia. La città perse una grossa fetta di aura aristocratica ma al tempo stesso crebbe la produttività commerciale ed agricola poiché si comprese la fertilità delle terre circostanti.

Oggi il turismo è uno dei settori economici preponderanti di Somma Vesuviana: il centro medievale si presenta con vicoli adornati da archi, sontuosi edifici ecclesiastici ed abitazioni dai ricchi portali proprio come un tempo. Inoltre, per valorizzare maggiormente la bellezza storica, il comune organizza ogni quattro anni la suggestiva Festa delle Lucerne, antica manifestazione che trasforma le vie del Borgo Casamale in un palcoscenico in cui forme e figure sono illuminate da centinaia di lumi ad olio a rendere più sottile il confine tra sogno e realtà.

Antica porta di accesso.
Un magnifico scorcio.
Sono molte le iniziative a rendere il centro storico unico nel suo genere.
Il silenzio è soverchiante.
Anche a Somma Vesuviana si è festeggiato il terzo scudetto del Napoli.
Gli abitanti fanno la loro parte per abbellire il borgo.
Gli edifici sono spesso collegati da antichi archi in piperno.
Alcuni angoli sono impreziositi da imponenti murales.
Il centro medievale va vissuto passeggiando senza una meta precisa.

L’unicità del Borgo Casamale affiancata alle bellezze naturali del Parco Nazionale del Vesuvio rendono la zona settentrionale del vesuviano un “must” da visitare in alternativa alle più blasonate località balneari. Un arricchimento del proprio bagaglio culturale di elementi e caratteristiche che difficilmente si incontreranno altrove nella Provincia di Napoli