Le isole della Serenissima.

Le isole della Serenissima.

16 Settembre 2023 Off di Dario Tomasiello

In Italia risiedono luoghi dal fascino “camaleontico” capaci di stupire in qualsiasi stagione dell’anno. La laguna veneta con l’intramontabile Venezia (una folta relazione sulla magnifica città la trovate qui!) possiede le qualità di intrattenere milioni di turisti durante periodi caldi e freddi grazie non solo alla bellezza e al romanticismo del centro storico ma anche alla presenza delle piccole isole circostanti.

L’isola di Burano.

Lido è particolarmente gettonata dai bagnanti per le rinomate spiagge circondate da alberghi ed edifici in stile liberty, Burano si presenta come un acquerello i cui colori pastello delle abitazioni spazzano via qualsiasi austerità, Murano cela tra i grezzi mattoni di negozi e piccole fabbriche i maggiori capolavori dall’arte vetraria e infine Torcello, un paradiso apparentemente disabitato dove sono custoditi reperti di enorme valore archeologico.

Su tutte le isole, anche sulle più piccole non menzionate sopra, i primi a poggiarci piede furono i Romani costruendo piccoli insediamenti o postazioni di controllo. Il proposito di centri abitati più grandi nacque quando i cittadini dell’antica Altino fuggirono dalle invasioni barbariche trovando rifugio sui piccoli atolli della laguna veneziana. Inizialmente, come nel caso di Venezia, furono eseguite opere di bonifica e arginatura con palafitte e terrazzamenti in modo da consentire l’edificazione di solide case in mattoni.

Torcello fu il più antico e prospero insediamento della laguna, l’economia locale si reggeva principalmente su agricoltura ed artigianato ma l’ottima posizione sul mare rendeva l’isola una sorta di “testa di ponte” per il commercio veneziano sull’Adriatico. Così beni e servizi passavano per Torcello arricchendola, inoltre era molto attiva la diocesi di Altino (poi diventata diocesi di Torcello) che ebbe come sede l’imponente Basilica di Santa Maria Assunta eretta nel 639.

Il complesso della diocesi comprende la basilica, la chiesa di Santa Fosca e il campanile.
L’interno della chiesa di Santa Fosca rispetta i canoni stilistici del XII secolo.
Panorama dalla torre campanaria.

Purtroppo nel XV secolo l’area lagunare di Torcello fu vittima di un forte impaludamento che sviluppò una persistente aria malsana seguita dalle atroci pestilenze del periodo. La conseguenza fu l’abbandono dell’isola e lo smantellamento di molti edifici (ormai disabitati) per l’espansione urbanistica di Venezia.

Nonostante la soppressione della diocesi, il complesso religioso sfoggia ancora oggi la magnifica architettura veneto/bizantina del Medioevo. In condizioni altrettanto perfette è il mosaico del Giudizio Universale (non fotografabile) all’interno della basilica, imponente capolavoro che ispirò artisti del calibro di Giotto e Michelangelo.

Uno spiazzo vicino al Ponte di Santa Maria e alla rinomata Locanda Cipriani.
Attraverso un percorso sterrato si può arrivare direttamente alla basilica di Santa Maria.
Si possono evitare le tratte più turistiche imboccando dei graziosi sentieri.

Un angolo di paradiso.

A vista d’occhio, dall’isola di Torcello, si nota la variopinta Burano collegata tramite un ponte di legno al piccolo atollo di Mazzorbo. Il coloratissimo centro nacque per mano degli altiniani in fuga dai barbari e la sua crescita seguì pressappoco gli stessi passi degli altri insediamenti. L’economia si poggiava principalmente su mestieri modesti come l’agricoltura e la pesca ma dopo qualche anno l’abilità delle merlettaie divenne sopraffina a tal punto da poter commerciare l’artigianato locale. Al raggiungimento di un discreto benessere fu complice anche il clima salubre ben favorito dalle correnti boreali che allontanavano le malattie.

I colori di Burano.
L’isola, nonostante le sue modeste dimensioni, è attraversata da svariati canali.
Le case sono simili con tende ed imposte colorate a tutela della privacy.
I vicoli suggestivi non mancano.

Una fila di abitazioni caratteristiche.

L’attrazione principale del borgo è l’architettura del centro abitato in cui graziose casette a schiera dai colori pastello si affacciano su dolci canali. I motivi di tale scelta estetica, benché siano delle credenze, risalgono a molti anni addietro e sono per lo più di natura pratica: le facciate, soggette a deterioramento da umidità, venivano ristrutturate con tutti i colori disponibili al momento sull’isola donando un aspetto molto variopinto; inoltre le tonalità forti aiutavano pescatori ed altri addetti ai lavori ad orientarsi facilmente nel ritorno a casa durante la nebbia fitta.

Un grazioso scorcio popolare.

Di forte richiamo sono anche i negozi di artigianato e di abbigliamento in merletto che si riversano su Via Baldassarre Galuppi (compositore locale del ‘700) tra ristoranti e pasticcerie dedite alla produzione dei tipici buranelli o bussolai.

I negozi di abbigliamento sono tanti e con produzioni locali di alto livello.
Via Baldassarre Galuppi è ricchissima di attività.
La Chiesa di San Martino Vescovo.
Il sole contribuisce a rendere le case ancora più brillanti.
Vale la pena allontanarsi dalle tratte turistiche per scoprire angoli suggestivi.

Le tipiche calli veneziane non mancano anche a Burano.
Un angolo di quotidianità.
Il campanile della chiesa di San Martino è caratterizzato da una notevole pendenza.

Tra una passeggiata e l’altra si viene facilmente attratti dai profumi della cucina veneziana, peculiarità onnipresente sulle isole lagunari di qualunque dimensione esse siano. Bistrot, locande e ristoranti di lusso si alternano dando ampia scelta all’avventore che può allietare la propria pancia senza dover necessariamente tornare a Venezia.

A Torcello è conosciuta la Locanda Cipriani, ristorante storico tipicamente veneziano dotato anche di confortevoli stanze che ha accolto illustri personaggi dell’arte e dello spettacolo come Ernest Hemingway, Kim Novak, Arturo Toscanini, Charlie Chaplin e tanti altri. Spostandosi a Burano l’offerta aumenta grazie alle tante osterie di qualità come Trattoria al Gatto Nero e Osteria Al Museo ma i più esigenti preferiranno Venissa a Mazzorbo, wine resort di lusso in cui trascorrere piacevoli giornate cullati dai colori dell’isola e dalla cucina stellata. Merita la menzione Agli Amici Dopolavoro, raffinato ristorante dal gusto vintage ubicato sulla romantica Isola delle Rose e raggiungibile unicamente con navetta dedicata.

La cucina di mare è preponderante nella laguna veneziana. Sopra un semplice quanto gustoso piatto di spaghetti alle vongole al Ristorante Rivarosa.

E a Murano? Acquastanca è l’osteria ideale per coloro poco avvezzi ai fronzoli ma attenti alla qualità delle materie prime e dei vini mentre Osteriva e Vetri Restaurant (quest’ultimo all’interno della galleria Punta Conterie) concedono spazio all’eleganza con piatti raffinati e talvolta audaci.

Nel Medioevo Murano, essendo l’isola più vicina a Venezia, si trovò al centro del flusso migratorio proveniente dagli altri insediamenti della laguna veneta. Ciò la rendeva una località di transito senza particolari attrattive e ambizioni fin quando, grazie ad un decreto della Serenissima Repubblica nel 1295, furono trasferite le fornaci adibite alla lavorazione del vetro a risoluzione dei continui incendi nella grande città.

Arrivo a Murano tra boutique di lusso e antiche fabbriche.
Dall’isola si ammira il cimitero di San Michele.

L’arte vetraria, studiata secondo precise regole tramandate da maestro in maestro, rese l’isola prospera e celebre in tutto il mondo fin quando, nel XV secolo, dovette affrontare una crisi industriale dovuta anche alla crescente concorrenza dedita alla lavorazione dei cristalli di Boemia. Tuttavia l’arresto commerciale ebbe fine quando il vetro fu impiegato per la produzione non solo di vasi, gioielli e altra oggettistica casalinga, ma anche di magnifici lampadari e decorazioni dal gusto raffinato e, talvolta, eccentrico.

Oggi esistono ancora molte fucine operative e, alcune di esse, aperte al pubblico per mostrare l’abilità dei mastri vetrai. Invece le opere e le testimonianze di un’arte secolare che non ha eguali nel mondo sono esposte al Museo del Vetro, grande complesso che raccoglie le maggiori rappresentazioni del solido amorfo dal X secolo a.C. fino ai giorni nostri.

Nel museo sono presenti reperti in vetro risalenti al periodo Romano e ancora prima.
Le perle veneziane utilizzate per gioielli e ricami.
Nel ‘500 il vetro raggiungeva vette elevate di eleganza non senza qualche virtuosismo.
Tra il ‘600 e il ‘700 si svilupparono i vetri “mimetici” atti a simulare altri materiali. In foto una pregiata opera in calcedonio.

Il vetro era anche fonte d’ispirazione per capolavori come i “deser” o “Trionfi da Tavola”, elaborati centrotavola ricchi di dettagli.
Lo Spazio Conterie, ovvero l’area in cui venivano realizzate le perle di pasta vitrea, oggi funge da sala esposizione. La mostra attuale è dedicata alle opere del maestro vetraio Nason Moretti.

Girando per l’isola del vetro, oltre a fabbriche in mattoni e boutique di lusso, si notano anche alcune suggestive chiese, quelle poche sopravvissute alla venuta di Napoleone nonostante il suo riconoscimento di Murano a comune autonomo.

Campiello Marco Michieli con la chiesa arcipretale di San Pietro Martire e la Torre Orologio.
Il faro di Murano.
L’ex ospizio Briati nella graziosa calle Bressagio.
Cartoline da ricordare.

L’intramontabile Serenissima è senza dubbio il luogo che più raccoglie ammirazione in tutta la laguna veneta, ma le piccole isole circostanti dimostrano ampiamente di essere imperdibili per il pregio di avere caratteristiche uniche e, quindi, diverse ed indimenticabili l’una dall’altra.